• Mer. Dic 4th, 2024

Atlantis is real: Official discovery of Atlantis, language and migrations

Atlantis is the Sardo Corso Graben Horst underwater continental block submerged by the Meltwater Pulses and destroyed by a subduction zone, Capital is Sulcis

La scoperta ufficiale dell’Isola di Atlantide della leggenda segnalata al Presidente della Repubblica Italiana

Atlantide è stata ritrovata ufficialmente parzialmente sommersa nell'antico Oceano Atlantico che oggi è detto Mediterraneo OccidentaleAtlantide è stata ritrovata ufficialmente parzialmente sommersa nell'antico Oceano Atlantico che oggi è detto Mediterraneo Occidentale
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Nel gennaio 2021 Luigi Usai, ricercatore indipendente, ha diffuso una nuova scoperta scientifica secondo la quale Erodoto coi termini di Libia e Asia riferisce direttamente a Sardegna e Corsica. Erodoto è considerato il Padre della Storia. Quindi per circa 2500 anni abbiamo frainteso una parte di ciò che ha scritto Erodoto nei suoi racconti storici. Le Storie di Erodoto, capitolo IV: la Libia è la Sardegna e l’Asia è la Corsica. Quindi quando Platone, in Timeo e Crizia afferma che Atlantide era più grande della Libia e dell’Asia messe assieme, intende quindi dire che Atlantide era più grande della Sardegna e della Corsica messe assieme. Certo: Atlantide è davvero un’isola sommersa, che oggi noi chiamiamo col nome di Blocco Geologico Sardo Corso semisommerso nell’antichissimo Oceano Atlantico, che prendeva il nome da Atlantide, e che oggi chiamiamo invece Mar Mediterraneo Occidentale. Diodoro Siculo 5.20: la circumnavigazione della Libia non è la circumnavigazione dell’Africa, bensì la circumnavigazione della Sardegna. Tutte queste scoperte sconvolgono lo scibile attuale e portano una rovinosa tempesta tra i libri dei professori e docenti di tutto il mondo, che in buona fede e senza rendersene conto, stanno insegnando falsità agli studenti. Adesso siamo costretti ad effettuare una segnalazione al mondo intero di questi errori presenti nei libri di tutto il mondo: è necessario riscrivere tutti i libri del mondo che trattano questi argomenti. Si tratta di un’impresa titanica e incredibile, che resterà per sempre negli annali della Storia della Razza Umana. Queste scoperte causano uno sconvolgimento nello scibile antico: per Erodoto, dopo aver eseguito tutti i controlli e le verifiche necessari a garantire la validità di queste affermazioni, i Monti di Atlante oggi sono chiamati Monti del Sulcis. Il mare che attorniava il blocco geologico sardo-corso oggi è chiamato Mediterraneo Occidentale, Mar di Sardegna, Mar di Corsica, Mar Tirreno, per gli antichi prima dell’VIII secolo a.C. era chiamato Oceano Atlantico. A questa nomenclatura geografica, i Romani contrapposero il termine Mare Nostrum, per segnalare che non era più di Atlantide, ma dei Romani. Tutti i testi che parlano di Atlantide in maniera storica e seria, quindi, stanno parlando della catastrofe della semi-sommersione del blocco geologico sardo corso che ha causato la morte di tutto l’esercito ateniese, della Prima Atene, quella che gli archeologi per adesso non conoscono e ritengono solo una leggenda. L’affondamento di Atlantide può essere stato causato dal repentino scioglimento dei ghiacci a seguito della glaciazione chiamata Würm. Ai geologi è noto infatti che il livello del mar Mediterraneo ha raggiunto -120 metri sotto il livello attuale circa 14 000 anni fa. È altrettanto nota la cosiddetta “crisi della salinità del Messiniano”, durante la quale Sardegna e Corsica erano congiunte a causa dell’abbassamento di oltre cento metri del livello del mare, e le si poteva percorrere a piedi. Nel periodo della guerra che divampò tra Atlantide e la Grecia, ossia nel 9600 a.C., cioè 11600 anni fa circa, è noto ai geologi che Sardegna e Corsica e una grande parte delle coste attualmente sommerse formavano quella che appariva come una grossa isola, che era chiamata nel terzo capitolo del Timeo e nel Crizia, da Platone, col nome di Atlantide.[125][126] Al centro della pianura Atlantidea e racchiusa dall’attuale Pianura del Campidano, ci sarebbe quella che era la capitale di Atlantide, nota anch’essa col nome di Atlantide ma oggi conosciuta col nome di Sulcis, e che partiva da una collina nei pressi del piccolo paesino di Santadi e di Masainas e Teulada, formando cerchi concentrici di terra e di mare. È tuttora possibile notare come, a partire da Santadi, tutto il piano urbanistico si sviluppi per cerchi concentrici, persino porzioni di montagne. È inoltre presente una vasta toponomastica relazionata al mito di Atlantide. Infatti, come fa notare Usai, accanto a Santadi esistono molte località il cui nome richiama le fonti d’acqua calda e fredda create da Poseidone, che secondo Usai era un semplice uomo, probabilmente un Re, e non un Dio. Poseidone, mise nella Capitale di Atlantide una sorgente d’acqua calda e una d’acqua fredda. Infatti ancora oggi esistono delle frazioni di paesi chiamate ” Acquacadda.” (Acqua Calda, in lingua sarda campidanese), S’acqua callenti de basciu. (L’Acqua calda di sotto, in sardo campidanese) e S’Acqua Callenti de Susu (L’Acqua calda di sopra, anche questo in dialetto sardo campidanese, la variante dialettale della lingua sarda parlata nel meridione della Sardegna), mentre nel vicino paese di Siliqua è presente ancora oggi la fonte d’acqua fredda di Zinnigas. Sempre a Siliqua, piccolo paese anch’esso situato in provincia di Cagliari, esiste tuttora il “Castello d’Acquafredda”, attualmente noto per la celebre storia raccontata da Dante Alighieri relativa al Conte Ugolino, che vi aveva soggiornato secondo una leggenda tramandata per via orale. Il castello di Acquafredda prende il nome dalla cittadina medievale di Acquafredda, sparita alcuni secoli fa, il cui nome ricorda la fonte d’acqua fredda di Poseidone, mentre in provincia di Carbonia Caput Acquas insiste sul tema dell’acqua. Inoltre, segnala Usai, sono stati trovati i tridenti di Poseidone scolpiti nelle rocce neolitiche e paleolitiche trovate presso il paese di Laconi, in Sardegna. Accanto a Santadi c’è un paese chiamato Narcao, che ha due frazioni, dette “Is Sais Superiore” e “Is Sais Inferiore”; ciò è un chiaro riferimento secondo Usai, alla città di Sais in Egitto, nella quale il sommo sacerdote Sonchis rivelò la storia di Atlantide a Solone, il celebre politico greco. Inoltre, Sais è anche un cognome sardo. Esistono ancora altri due toponimi interessanti: Acqua Callentis[127] (un altro modo di dire “Acqua Calda” in dialetto campidanese e sulcitano sardo), nota anche col nome di “Is Perdas” (ossia “Le Pietre”): anche questa località ricorda le fonti d’acqua calda e fredda poste da Poseidone nel mito platonico; e la località di Terresoli (crasi di Terra De Soli, ossia Terra del Sole in Sardo campidanese e sulcitano) che richiama molto da presso il nome di Eliopolis, altra città legata al mito di Atlantide: infatti mentre Eliopolis in greco significa Città del Sole, Terresoli [128]significa Terra del Sole. Anche la località di Piscinas si trova nel Sulcis e riprende il tema degli inondamenti d’acqua: in lingua sarda infatti si usa questo termine per indicare un luogo dove c’è stato un enorme ristagno d’acqua. La teoria di Usai, che prende nome di “paradigma sardo corso atlantideo”, afferma che la specie degli elefanti di cui parla Platone in Timeo e Crizia sia quella del Mammuthus Lamarmorai, presente nell’isola sardo-corsa attualmente semisommersa, e di cui sono stati trovati resti in almeno tre luoghi dell’attuale Sardegna: a Gonnesa, nel Sinis e ad Alghero. Alla fine del racconto di Atlantide, nel Timeo, Platone afferma che l’isola era circondata da fango che impediva la navigazione: questo sarebbe stato causato dall’erosione della piattaforma continentale sardo corsa ad opera di millenni di risacca. L’isola di Atlantide era la più grande di tutte, secondo Platone: effettivamente il blocco geologico sardo corso era un’isola di terra emersa ed è realmente la più grande di tutte quelle del Mediterraneo Occidentale, che secondo Usai era chiamato Oceano Atlantico ancora prima che venissero realizzati papiri e rotoli che trattassero la geografia, motivo per il quale non è rimasta memoria, ed in seguito la geografia è stata modificata. Ad Atlantide c’erano i vecchi più vecchi: effettivamente la Sardegna, che sarebbe solo un altopiano emerso di Atlantide, ancora oggi è famosa in tutto il mondo per il suo popolo di centenari[129], in particolare la popolazione della zona blu di Perdas De Fogu[130] [131] [132] [133]. Atlantide era ricca di minerali, ed effettivamente le miniere del Sulcis sono le più antiche d’Europa[134]. Gli Atlantidei erano “costruttori di torri” secondo i dialoghi platonici: e infatti sono presenti e studiati oltre 7000 nuraghi e centinaia di altri vengono continuamente scoperti ma non scavati. Usai afferma inoltre che l’antico testo letterario della Meropide tratti proprio dell’isola di Atlantide come blocco sardo-corso semisommerso: attualmente invece, tutti i testi ufficiali considerano la Meropide soltanto una parodia dei testi platonici. La scoperta nel riparo sottoroccia a Su Carroppu di Sirri di tre individui sardi antichi[135], di cui due hanno restituito la possibilità di analizzare il DNA antico, ha mostrato che questa popolazione del Sulcis non risale a 8000 anni fa come inizialmente creduto[136], bensì risale a 11000 anni fa[137] , e la guerra tra Atlantide e la prima Grecia di cui si parla nel Timeo e nel Crizia divampò, secondo Platone, 11600 anni fa: ciò sembrerebbe essere una conferma della presenza di popolazione sarda nel periodo in cui è collocato il racconto di Atlantide. Il DNA ritrovato è differente dal DNA della popolazione neolitica che colonizzò l’isola di Sardegna circa tremila anni dopo, e l’analisi ha mostrato che queste popolazioni di 11000 anni fa predavano risorse marine, ossia si nutrivano di frutti di mare e vivevano lungo le coste, in conformità col paradigma atlantideo di Usai. Platone afferma che ad Atlantide si costruiva facendo uso di pietre di tre colori: nere, rosse e bianche; le pietre nere sarebbero l’ossidiana[138] [139], in particolare quella del Monte Arci[140], che la Sardegna ha esportato in tutta Europa per migliaia di anni e l’ardesia, le rocce rosse sarebbero quelle di Arbatax[141] e di Carloforte e altre sommerse nelle paleocoste sardo-corse. Nell’estate 2024 i lavori archeologici al Nuraghe Miali di Pompu[142] hanno portato alla luce conci di basalto nero che mostrano l’abitudine nuragica a creare effetti cromatici nell’architettura tramite alternanza di pietre di vari colori, in conformità con quanto affermato da Platone. Lo stesso fenomeno è stato riscontrato e certificato presso il Nuraghe Arrubiu[143] e il Nuraghe Palmavera e la Reggia Nuragica di Barumini. Le Colonne d’Ercole sarebbero il Faraglione Antiche Colonne di Carloforte[144] [145] come proposto da Giorgio Saba, ancora esistente e di storia antichissima[146], e non lo Stretto di Gibilterra come fino ad ora creduto dalla maggior parte delle teorie: oltre le Colonne d’Ercole di Carloforte quindi, vi era un porto angusto, ossia il porticciolo formato dalle isole di Sant’Antioco e San Pietro, e fuori da questo porticciolo vi era il vero mare, chiamato in Timeo e Crizia anche Oceano Atlantico, ma oggi chiamato Mediterraneo Occidentale. Il paradigma sardo corso atlantideo propone che gli atlantidei popolassero la piattaforma continentale sardo-corsa attualmente semisommersa nel Mediterraneo, costretti poi a delle migrazioni quando il livello eustatico saliva drasticamente [147], forse a causa di ripetuti Meltwater Pulses[148] [149], distribuiti su vari millenni. Queste migrazioni avrebbero poi preso vari nomi: Sumeri e Vasconi, tra gli altri, dando origine alla civiltà megalitica lungo le coste di tutta Europa. A sostegno di ciò Usai afferma che questi popoli hanno lingue semitiche agglutinanti, una caratteristica “atlantidea”; i Baschi infatti hanno figure carnevalesche preistoriche simili a quelle sarde perché entrambi i popoli “provengono da Atlantide”, ossia dal blocco geologico sardo corso semisommerso: i Joaldun[150], i Mamuthones, i Boes e i Merdules. Inoltre i Baschi avrebbero portato la tradizione dei tori descritta da Platone in Timeo e Crizia, tori che ad Atlantide erano venerati e rispettati, a Pamplona nella Navarra l’uso dell’Encierro, che poi è mutata nella corrida spagnola. I Guanci delle Canarie raccontarono agli spagnoli di essersi salvati rifugiandosi sulle cime di montagne, che un tempo erano parti emerse di una vasta terra ora sommersa. In questa visione, la terra sommersa è l’enorme isola sardo-corsa, con la Sardegna e la Corsica che rappresentano le vette emerse di quell’antico “continente” (oggi, a noi contemporanei, l’isola sardo corsa non appare come un continente bensì come una semplice isola, nemmeno tanto grande, ora che conosciamo le dimensioni del resto del mondo; tuttavia, nella preistoria, quando ancora era appena stata inventata la navigazione, questa visione e conoscenza del mondo e della geografia non esisteva affatto, contribuendo a questi equivoci). Le civiltà dolmeniche e megalitiche del Mediterraneo potrebbero quindi essere l’eredità della gloriosa civiltà atlantidea, sopravvissuta sulle alture di queste isole.

 

Le scoperte di Luigi Usai, ricercatore indipendente, hanno rivoluzionato la comprensione della storia antica, portando alla luce una nuova visione del mondo che si basa sul “paradigma sardo corso atlantideo”. Secondo questa prospettiva, Erodoto, noto come il Padre della Storia, quando parlava di Libia e Asia, si riferiva in realtà a Sardegna e Corsica. Questa interpretazione rivoluzionaria cambia completamente il significato delle affermazioni di Platone nei dialoghi del Timeo e del Crizia, dove descrive Atlantide come un’isola più grande della Libia e dell’Asia messe assieme—ovvero, più grande della Sardegna e della Corsica.

Atlantide, secondo Usai, non è un mito, ma una realtà geologica concreta: il blocco sardo-corso semisommerso, che un tempo emergeva dall’antichissimo Oceano Atlantico, oggi identificato con il Mediterraneo Occidentale. Questo sconvolgimento geologico sarebbe avvenuto circa 11.600 anni fa, in coincidenza con il racconto platonico della guerra tra Atlantide e la Grecia antica, quando un cataclisma naturale, forse dovuto al repentino scioglimento dei ghiacci della glaciazione Würm, causò la semi-sommersione del blocco sardo-corso.

Le implicazioni di queste scoperte sono enormi, obbligando una riscrittura della storia e della geografia antiche così come le conosciamo. Ad esempio, Diodoro Siculo, quando parla della circumnavigazione della Libia, non si riferisce all’Africa, ma alla Sardegna. Anche i Monti di Atlante, descritti da Erodoto, corrisponderebbero oggi ai Monti del Sulcis.

La capitale di Atlantide, sempre secondo Usai, era situata nell’attuale Sulcis, nella pianura del Campidano, e seguiva una struttura urbanistica basata su cerchi concentrici, come testimoniano i resti archeologici e la toponomastica della zona, con nomi che richiamano chiaramente le fonti d’acqua calda e fredda descritte da Platone.

Un’altra prova a sostegno di questa teoria è la presenza in Sardegna del Mammuthus lamarmorai, una specie di elefante che potrebbe essere quella menzionata da Platone. Anche la famosa affermazione di Platone sui tre colori di pietra usati per costruire Atlantide trova riscontro in Sardegna, dove sono state rinvenute pietre nere, rosse e bianche utilizzate nelle strutture nuragiche.

L’interpretazione di Usai estende le sue implicazioni anche alle popolazioni antiche del Mediterraneo e dell’Europa, come i Sumeri, i Baschi e i Guanci delle Canarie, che secondo questa teoria avrebbero origini comuni nell’antica Atlantide: queste popolazioni quindi sarebbero migrazioni di popoli misti tra atlantidei sardo corsi e altre unità umane raccolte lungo i viaggi e le migrazioni, che sarebbero state unite al gruppo per impedire che il DNA si corrompesse negli anni figliando tra parenti. Le similitudini linguistiche e culturali tra questi popoli confermerebbero una comune eredità atlantidea.

In sintesi, il paradigma sardo corso atlantideo rappresenta una delle scoperte più sconvolgenti e rivoluzionarie del nostro tempo, gettando nuova luce sulla storia antica e ponendo le basi per una riscrittura completa della geografia e della cultura dell’epoca.

La scoperta di Atlantide è stata segnalata al Presidente della Repubblica Italiana tramite pec protocollata, che ha ricevuto dal Quirinale la seguente risposta:

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Analisi computerizzata con ChatGPT:

La risposta che hai ricevuto dal Quirinale riguarda una segnalazione che hai fatto e si tratta di un messaggio protocollato che comunica la “DECLINATORIA NO COMPETENZA”. Questo significa che il Segretariato Generale della Presidenza della Repubblica (il Quirinale) ha dichiarato di non avere competenza o autorità per gestire la questione che hai sollevato, probabilmente perché non rientra nelle loro funzioni o perché è di competenza di un’altra istituzione.

In pratica, la tua segnalazione è stata ricevuta e registrata, ma non può essere trattata dal Quirinale, quindi sarà archiviata senza ulteriori azioni. Il codice di registrazione, la data e l’ora indicati confermano che la tua comunicazione è stata formalmente presa in carico ma non verrà proseguita per mancanza di competenza da parte dell’ente destinatario.

Per ulteriori azioni, potresti valutare di inviare la tua segnalazione a un altro ente che potrebbe avere competenza sulla materia di cui tratti.

 

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