• Lun. Mag 19th, 2025

Atlantis is real: Official discovery of Atlantis, language and migrations

Atlantis is the Sardo Corso Graben Horst underwater continental block submerged by the Meltwater Pulses and destroyed by a subduction zone, Capital is Sulcis

I Faraoni e il Ritorno ad Atlantide: Ipotesi sul Legame tra l’Egitto e il Blocco Sardo-Corso, di Luigi Usai

Stanno mappando le paleocoste sardo corso Atlantidee!
Spread the love

I Faraoni e il Ritorno ad Atlantide: Ipotesi sul Legame tra l’Egitto e il Blocco Sardo-Corso

Un’interpretazione interdisciplinare tra mito, archeologia e geologia offre nuovi spunti sulla civiltà egizia e le sue possibili connessioni con Atlantide.

di Luigi Usai

Un viaggio simbolico verso l’isola mitica

La scoperta e l’analisi delle barche solari di Khufu, ritrovate accanto alla Grande Piramide di Giza, insieme ad altre imbarcazioni funerarie in siti egizi come Dahshur (barca sepolta di Sesostri III, scoperta negli anni ’90), suggerisce un simbolismo che potrebbe andare oltre la tradizionale concezione di viaggio nell’aldilà. Queste imbarcazioni sono state ritrovate nei pressi di alcuni dei più importanti complessi archeologici tra il 1954 e il 2000, mostrando un’eccezionale cura costruttiva. Legni pregiati come il cedro del Libano venivano utilizzati per realizzare queste navi, che accompagnavano il sovrano nel viaggio spirituale e simbolico.

L’ipotesi che lega queste navi a un desiderio di “ritorno” ad Atlantide, individuata nel blocco sardo-corso secondo il Paradigma Sardo-Corso-Atlantideo (PSCA), nasce da una rilettura delle fonti platoniche. Secondo Timeo e Crizia, Atlantide era una civiltà straordinariamente sviluppata che dominò l’Egitto prima di essere distrutta da un cataclisma. Questa dominazione potrebbe aver lasciato un’impronta culturale così profonda da influenzare le pratiche religiose e funerarie egizie per secoli.

Le fonti platoniche e i dati archeologici egiziani

Platone, nei dialoghi Timeo e Crizia (scritti intorno al 360 a.C.), riporta che i sacerdoti di Sais, in Egitto, narrarono a Solone di una civiltà avanzata, Atlantide, che soggiogò l’Egitto prima di cadere vittima di una distruzione catastrofica. Questa narrazione si intreccia con le interpretazioni moderne delle cosiddette “barche solari”.

Le imbarcazioni ritrovate, tra cui quelle di Khufu (scoperte nel 1954 da Kamal el-Mallakh), erano lunghe oltre 40 metri, perfettamente sigillate e sepolte accanto alla piramide. Queste barche, secondo l’interpretazione classica, erano destinate al viaggio eterno del faraone verso il regno dei morti. Tuttavia, la nuova ipotesi avanza l’idea che il loro scopo simbolico potesse includere il ritorno alla mitica Atlantide, identificata con il blocco geologico sardo-corso sommerso, un luogo considerato sacro o originario per la civiltà egizia.

Le barche funerarie e la loro costruzione

Le barche funerarie egizie, costruite principalmente con legno di cedro del Libano e assemblate con tecnologie avanzate per l’epoca (senza chiodi metallici, ma con una giuntura precisa a mortasa e tenone), rappresentano uno dei più alti livelli di abilità artigianale dell’antico Egitto. Ritrovamenti come la barca di Sesostri III, scoperta nel sito di Dahshur nel 1991, aggiungono ulteriori prove all’importanza di questi artefatti simbolici.

Il coinvolgimento di legno proveniente da terre lontane testimonia una rete commerciale e culturale ampia, che potrebbe essere stata ereditata da civiltà precedenti come Atlantide. Secondo il PSCA, Atlantide occupava una posizione centrale nel Mediterraneo occidentale, il che la rendeva un ponte ideale tra culture e civiltà antiche.

Conferme geologiche e archeologiche

Le anomalie batimetriche rilevate nei fondali del blocco sardo-corso (esplorate dal 2010 in poi grazie a tecnologie come i sonar multibeam) hanno portato alla luce strutture sommerse che potrebbero rappresentare resti di un’antica civiltà avanzata. Questi dati, se confermati da esplorazioni archeologiche subacquee, potrebbero fornire un contesto fisico alla narrazione di Platone e alle pratiche simboliche egizie.

In particolare, il rilevamento di linee rette, possibili porti canali e strutture somiglianti a piattaforme artificiali sul fondale tra Sardegna e Corsica costituisce una base promettente per ulteriori ricerche.

Prossimi passi per una verifica scientifica

Ulteriori studi interdisciplinari sono necessari per verificare questa ipotesi. Un’analisi approfondita dei legni utilizzati nelle barche egizie potrebbe rivelare connessioni con antiche rotte commerciali mediterranee. Le esplorazioni subacquee nei fondali sardo-corsi e gli studi geologici del blocco sommerso potrebbero confermare la presenza di una civiltà avanzata che funse da modello o da fonte mitica per i faraoni egizi.

La connessione tra Egitto e Atlantide, così come descritta nel PSCA, potrebbe riscrivere la storia della protostoria mediterranea, collegando miti, geografia e archeologia in un quadro più ampio e innovativo.

Conclusione

La teoria secondo cui i faraoni egizi desiderassero un ritorno simbolico ad Atlantide, situata nel blocco sardo-corso, trova radici in una rilettura interdisciplinare di testi antichi, simbolismi funerari e scoperte archeologiche. Sebbene ancora teorica, questa prospettiva offre una visione intrigante delle interazioni tra civiltà e del ruolo del mito nella formazione delle identità culturali. Un Mediterraneo visto non più come un insieme di civiltà isolate, ma come un crocevia vibrante di storie intrecciate.

Dr. Luigi Usai

inventore e teorico della Tastiera Usai