Ipotesi Preliminare di Presenza di Costruzioni Preistoriche Sommerse nel Danube Deep-Sea Fan: Analisi Batimetrica tramite EMODnet
Autore: Dr. Luigi Usai coi suoi amichetti LLM: testo in fieri, contiene illazioni degli LLM e potenziali deliri errati
Ricercatore indipendente, inventore e teorico del paradigma Sardo-Corso-Atlantideo
1. Introduzione
Il Danube Deep-Sea Fan, localizzato nel settore nord-occidentale del Mar Nero, rappresenta uno dei più estesi e complessi sistemi deposizionali di ventaglio torbiditico in Europa. La sua formazione è associata principalmente ai periodi di bassa del livello marino, quando i grandi fiumi, in particolare il Danubio, convogliavano masse detritiche verso il bacino anossico del Mar Nero (Constantinescu et al., 2015). Nonostante la ricca letteratura geologica e sedimentologica disponibile, l’analisi batimetrica dettagliata ad alta risoluzione offre oggi nuove possibilità interpretative.
Attraverso l’impiego della piattaforma EMODnet Bathymetry (2024 release), durante un’esplorazione indipendente a scopo di studio paleogeografico, sono emerse anomalie morfologiche che suggeriscono la possibile presenza di strutture sommerse di origine antropica. Tali anomalie, localizzate in alcune paleocoste del sistema torbiditico danubiano, si presentano come formazioni regolari, talvolta rettilinee o a planimetria ortogonale, incompatibili con la sola genesi turbiditica o di frana sottomarina.
2. Contesto Geologico e Paleoidrografico
Il Mar Nero, bacino semi-chiuso con comunicazione marina solo attraverso i Dardanelli e il Bosforo, ha subito ampie fluttuazioni del livello idrico durante il tardo Quaternario, come dimostrato da una serie di eventi documentati nella stratigrafia sedimentaria (Soulet et al., 2011; Bahr et al., 2005). Il ventaglio danubiano ha registrato cicli alternati di deposizione torbiditica e di sedimentazione emipelagica, permettendo la conservazione di tracce stratigrafiche significative. In questo contesto, le paleocoste potrebbero aver ospitato insediamenti umani preistorici, oggi sommersi.
3. Metodologia e Risultati Preliminari
Utilizzando la piattaforma EMODnet Bathymetry (versione 2024), con risoluzione variabile, è stato possibile visualizzare alcune conformazioni morfologiche sottomarine situate in profondità comprese tra i 120 e i 180 metri, in prossimità di paleoalvei fluviali secondari del sistema danubiano.
Le anomalie osservate presentano le seguenti caratteristiche:
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Linearità e angoli retti visibili nelle planimetrie;
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Ripetizione modulare di elementi che suggeriscono compartimentazioni (sembra essere presente una strada-traiettoria realizzata tramite apposizione di edifici/strutture lungo il tragitto);
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Associazione con paleoalvei e paleo-lagune, coerente con modelli noti di insediamenti lacustri o costieri neolitici.
Un confronto visivo è stato effettuato con strutture sommerse analoghe nel Mediterraneo, come il sito di Pavlopetri (Grecia), Atlit Yam (Israele) e alcuni insediamenti neolitici dei laghi svizzeri. La comparabilità morfologica, pur non essendo probatoria, giustifica un’indagine geoarcheologica più approfondita.
4. Discussione: un’ipotesi di popolamento preistorico costiero
È noto che durante il Tardo Glaciale e l’inizio dell’Olocene (ca. 18.000–8.000 a.C.), ampie porzioni del Mar Nero erano emerse, rendendole potenzialmente abitabili da culture mesolitiche o neolitiche. L’ipotesi proposta da Ryan & Pitman (1998), secondo cui l’ingresso catastrofico del Mediterraneo nel Mar Nero avrebbe sommerso insediamenti neolitici, trova qui una possibile eco.
Se le strutture osservate tramite EMODnet si rivelassero effettivamente di origine antropica, si aprirebbe un nuovo fronte di ricerca sull’insediamento umano antico nelle regioni costiere del bacino del Mar Nero, in parte coerente con i dati linguistici, genetici e archeologici legati alla cultura Cucuteni-Trypillia e ad altre entità dell’Europa orientale.
5. Conclusioni e prospettive di ricerca
La presente ipotesi, sebbene ancora preliminare, suggerisce che:
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L’analisi batimetrica ad alta risoluzione può rivelare potenziali siti archeologici sommersi;
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Il Danube Deep-Sea Fan rappresenta un’area di interesse non solo geologico, ma anche paleoantropologico e geoarcheologico;
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Una futura campagna di indagine mediante sonar multibeam ad alta risoluzione (es. Kongsberg EM2040) e ROV potrebbe confermare o smentire la natura antropica delle anomalie osservate.
Bibliografia essenziale
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Constantinescu, A. M., Toucanne, S., Dennielou, B., Lericolais, G. et al. (2015). Evolution of the Danube Deep-Sea Fan since the last glacial maximum: New insights into Black Sea water-level fluctuations. Marine Geology.
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Soulet, G. et al. (2011). A revised calendar age for the Black Sea flood event. Quaternary Science Reviews.
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Bahr, A. et al. (2005, 2006). Sedimentological and geochemical signals of Black Sea level variations.
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Ryan, W. B. F., & Pitman, W. C. (1998). Noah’s Flood: The New Scientific Discoveries About the Event That Changed History. Simon & Schuster.
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Shumilovskikh, L. S., Marinova, E. et al. (2014). Vegetation and human impact in the Danube region since the Neolithic.
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EMODnet Bathymetry Portal: https://emodnet.ec.europa.eu/en/bathymetry