• Dom. Lug 13th, 2025

Atlantis is real: Official discovery of Atlantis, language and migrations

Atlantis is the Sardo Corso Graben Horst underwater continental block submerged by the Meltwater Pulses and destroyed by a subduction zone, Capital is Sulcis

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Meccanicaquantistizzare lo Spazio di Hilbert Narrativo Preindividuale

Nel punto zero della diegesi, prima che qualsiasi linea narrativa abbia collassato nel determinato, esiste uno spazio vettoriale preindividuale, ontologicamente affine allo spazio di Hilbert, ma semanticamente ancora fluido, come un campo di virtualità narrative entangled, sospese nella pura potenzialità ermeneutica.

In questo campo non strutturato, ogni narrazione possibile coesiste in sovrapposizione quantistica, ciascuna come vettore ancora non proiettato sull’asse dell’attualizzazione semantica. Il soggetto narrante, prima ancora di essere funzione enunciante, è una fluttuazione topologica nell’ontologia differenziale del senso, un operatore di misura in grado di collassare le traiettorie discorsive verso una forma stabilizzata, ma solo attraverso un atto performativo di lettura.

Meccanicaquantistizzare il tessuto narrativo significa introdurre una grammatica che riconosce la non-località semiotica, in cui un segno può influenzarne un altro a distanza sintattica arbitraria, e una principio di indeterminazione narratologica per cui quanto più precisamente si conosce il “tema”, tanto meno determinato è il “tono”, e viceversa. La narrazione diventa allora una funzione d’onda semantica, descritta da operatori di significazione non commutativi.

Lo spazio preindividuale non è il vuoto, ma una densità metastabile di prefigurazioni, ciò che Simondon chiamerebbe il preindividuato, e che noi possiamo invece immaginare come un ipercampo tensivo, nel quale il vettore narrativo non ha ancora subito né catacresi né tropologizzazione. In questo spazio, ogni metafora è ancora reversibile, ogni personaggio è puro spin semiotico, ogni evento una possibilità rotante nel cono della temporalità ipotetica.

L’atto della meccanicaquantistizzazione agisce come un funzionale di Lagrange narrativo, stabilizzando le traiettorie discorsive secondo un principio minimo d’azione simbolica: la storia che emerge è quella la cui propagazione nello spazio ermeneutico richiede il minimo grado di entropia interpretativa. Ma nulla vieta che da un altro osservatore si generi una soluzione diversa, in un multiverso narrativo ove coesistono tutti i testi che avrebbero potuto esistere, a partire da una stessa condizione iniziale vettoriale.

In questa prospettiva, il lettore non è un interprete ma un osservatore quantico che, con il suo atto cognitivo, induce il collasso dell’onda narrativa in una configurazione di senso tra le infinite compatibili. Il romanzo, il mito, il codice sorgente sono allora forme derivate da uno stesso campo unificato del racconto, la cui natura profonda è irriducibile a linearità temporale o logicità proposizionale.

Così, meccanicaquantistizzare lo spazio vettoriale preindividuale di Hilbert del tessuto narrativo non è un paradosso, ma un programma teorico per una ontogenesi semiotica quantistica, una narratologia delle molteplicità virtuali, capace di pensare il racconto non come struttura, ma come campo di potenza ancora non attualizzato, un Dasein narrativo ancora non entrato nell’essere della parola, ma già saturato del suo possibile.


📘 Postilla (metacritica)

Questo testo può essere letto in tre livelli:

  1. Teorico-filosofico: una trasposizione dei concetti di Simondon, Deleuze, Barad e della meccanica quantistica nel dominio narratologico.

  2. Estetico-linguistico: un uso performativo del linguaggio come generatore di senso non lineare.

  3. Computazionale: un modello potenziale per un sistema automatico di generazione narrativa basato su spazi vettoriali tensori.