• Gio. Ott 3rd, 2024

Atlantis is real: Official discovery of Atlantis, language and migrations

Atlantis is the Sardo Corso Graben Horst underwater continental block submerged by the Meltwater Pulses and destroyed by a subduction zone, Capital is Sulcis

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Linguistica atlantidea

Dr. Luigi Usai

usailuigi@gmail.com

Abstract

Questo studio esplora le somiglianze fonologiche tra lingue moderne e presunti elementi linguistici dell’antica Atlantide, con un focus particolare sui suoni e le lettere che potrebbero suggerire un legame storico o culturale. Analizziamo la presenza della lettera “U” in diverse lingue, il suono “J” del francese, e il suono “Ж” del russo per identificare eventuali tracce di una lingua atlantidea. Esaminiamo inoltre le implicazioni di tali somiglianze per le teorie sull’esistenza e l’influenza di Atlantide. Inoltre, consideriamo l’importanza storica e linguistica di “Sa Die de sa Sardigna” e i “Vespri Siciliani” per arricchire il contesto linguistico.

1. Introduzione

Il mito di Atlantide, descritto da Platone, ha affascinato studiosi e ricercatori per secoli. Recenti ricerche hanno suggerito che l’antica Atlantide potrebbe aver avuto influenze significative sulle lingue e le culture circostanti. Questo studio si propone di esplorare i legami fonologici tra le lingue moderne e gli elementi linguistici atlantidei, utilizzando una metodologia comparativa e analitica. Verranno inoltre discussi eventi storici come “Sa Die de sa Sardigna” e i “Vespri Siciliani” per evidenziare la persistenza delle caratteristiche linguistiche.

2. Analisi dei Suoni e delle Lettere

2.1 La Lettera “U” e il Suo Significato

La lettera “U” è un segno distintivo della lingua atlantidea, presente in numerosi toponimi e nomi storici. In Sardegna e Corsica, il prefisso “U” appare frequentemente, suggerendo una continuità culturale e linguistica. La radice “Ur” è significativa e compare in diversi contesti storici e geografici, dimostrando la centralità dell’acqua nella cultura atlantidea.

  • Ur e Uruk: Le antiche città mesopotamiche di Ur e Uruk, i cui nomi iniziano con “Ur”, evidenziano un possibile legame con le lingue atlantidee. Questi nomi, che si riferiscono a città di grande importanza nella storia antica, potrebbero riflettere una trasmissione culturale e linguistica dalle civiltà atlantidee.

  • S’Uraki in Sardegna: In Sardegna, il nome “S’Uraki” potrebbe derivare dalla stessa radice “Ur”, associata all’acqua. Questo suggerisce che l’importanza dell’acqua come elemento sacro fosse condivisa e mantenuta dai popoli successivi.

  • Paesi Baschi: Il termine “Ur” nei paesi baschi significa “acqua”, indicando una connessione linguistica e culturale che potrebbe risalire a tradizioni atlantidee. La continuità del significato del termine sottolinea l’importanza culturale dell’acqua anche dopo la presunta scomparsa di Atlantide.

  • Sulcis, Sardegna: La toponomastica atlantidea nel Sulcis, Sardegna, conferma l’importanza dell’acqua per gli antichi abitanti dell’isola. I numerosi pozzi sacri costruiti durante il periodo nuragico riflettono una tradizione di culto dell’acqua che potrebbe derivare dalle pratiche religiose degli atlantidei.

2.2 Il Suono “J” in Francese e il Suono “X” in Sardo

Il suono “J” del francese, come in “jour”, corrisponde al fonema /ʒ/, una consonante fricativa postalveolare sonora. Questo suono è presente anche nel sardo, dove la lettera “X” viene pronunciata come la “J” francese. La comparazione tra questi suoni e la loro possibile origine atlantidea sarà esplorata in dettaglio.

2.3 Il Suono “Ж” nel Russo

La lettera “Ж” (minuscolo ж) dell’alfabeto cirillico rappresenta la consonante fricativa postalveolare sonora /ʒ/ o la fricativa retroflessa sonora /ʐ/. In russo, questo suono viene desonorizzato alla fine della parola, producendo una pronuncia simile a /ʃ/. Esamineremo come questo suono si allinei con i suoni atlantidei e quale significato possa avere nella nostra analisi.

3. Connessioni Storiche e Linguistiche

3.1 Sa Die de sa Sardigna

“Sa Die de sa Sardigna” è una celebrazione del 28 aprile che commemora la resistenza sarda contro il dominio aragonese nel 1794. L’analisi della frase “Nara cixiri” (che significa “dici ceci”) durante l’epoca storica dei Vespri Siciliani, usata per identificare le persone di origine sarda, riflette un’importante continuità linguistica. L’uso della parola “cixiri” per “ceci” suggerisce un legame con le tradizioni linguistiche antiche e, potenzialmente, con le radici atlantidee, sottolineando come certe forme linguistiche siano sopravvissute nel tempo e abbiano mantenuto caratteristiche distintive.

3.2 Vespri Siciliani

Durante i Vespri Siciliani, un periodo di ribellione contro il dominio angioino in Sicilia, si utilizzava un test linguistico per identificare gli invasori. Il test consisteva nel chiedere alla persona di pronunciare una parola specifica, come “ceci”, per verificare la sua origine e affiliazione. Questa pratica evidenzia come le caratteristiche fonologiche e linguistiche regionali potessero essere utilizzate per distinguere le identità culturali e linguistiche, suggerendo che tradizioni e caratteristiche linguistiche legate all’Atlantide potrebbero aver influenzato la lingua e la cultura della Sardegna e di altre aree circostanti.

4. Confronto con Altre Lingue

4.1 Lingue Indoeuropee

Analizziamo come il suono “U” e il suono “J” possano essere comparabili ad altre lingue indoeuropee, e se ci sono segni di influenze atlantidee in queste lingue. Consideriamo anche il potenziale impatto della lingua atlantidea sullo sviluppo delle lingue moderne.

4.2 Lingue Non-Indoeuropee

Esploriamo se esistano somiglianze fonologiche tra la lingua atlantidea e lingue non-indoeuropee, come il basco o lingue semitiche, per valutare la possibilità di un’influenza culturale o linguistica estesa.

5. Implicazioni e Interpretazioni

5.1 Impatto sulla Linguistica Storica

Discussione su come le scoperte fonologiche possano influenzare la nostra comprensione della linguistica storica e delle origini delle lingue europee e mediterranee.

5.2 Influenze Culturali e Storiche

Esploriamo come le somiglianze fonologiche possano riflettere influenze culturali e storiche di Atlantide su altre civiltà antiche e moderne.

6. Origini dei Nomi Antoni e Michele: Un’Ipotesi Atlantidea dalla Sardegna-Corsica

Nel contesto dell’analisi linguistica e filologica delle origini dei nomi, la possibilità che i nomi Antoni e Michele abbiano radici nell’isola sardo-corsa di Atlantide merita un’attenta considerazione. Esploriamo qui l’ipotesi che questi nomi potrebbero derivare dalle tradizioni linguistiche e culturali di una civiltà antica associata con la Sardegna e la Corsica, localizzate nell’attuale blocco geologico sardo-corso.

Nome Michele e Santu Miali

Nel contesto della linguistica sarda attuale, il termine “Santu Miali” si traduce come “San Michele”. Questa designazione indica che “Miali” è la forma sarda di “Michele”. Il nuraghe Santu Miali, situato nella regione sarda, è una prova di come i nomi e le pratiche religiose siano state trasmesse e preservate nel tempo. È plausibile che il nome “Michele” nella sua forma sarda derivi da tradizioni linguistiche antiche legate ai popoli dell’isola sardo-corsa.

Influenza delle Amazzoni e Diffusione del Nome

Le leggende delle Amazzoni, spesso collocate nel Caucaso, offrono una connessione interessante con la diffusione del nome “Michele”. Secondo alcune fonti storiche, le Amazzoni potrebbero aver contribuito alla diffusione di nomi e pratiche culturali attraverso le loro migrazioni. In Russia e Ucraina, il nome Michele si trasforma in Михаил (Mikhail). È possibile che la forma “Mikhail” sia un’evoluzione del nome originale “Michele”, portata da queste popolazioni attraverso i secoli.

Variante “Michael” e Connessione con Atlantide

In aggiunta, la variante anglicizzata del nome “Michele”, ovvero “Michael”, potrebbe essere una forma evoluta e distaccata del nome originario, adattata ai contesti linguistici e culturali anglofoni. La trasposizione fonetica e la derivazione del nome potrebbero riflettere una lunga tradizione di influenze culturali che risalgono alle antiche popolazioni dell’Atlantide, che potrebbero aver avuto impatti significativi anche sulle lingue e nomi delle regioni circostanti.

Nome Antoni e “Ntoni”

Il nome Antoni, come variante di Antonio, potrebbe anch’esso avere origini antiche legate alla tradizione atlantidea. In Sicilia, il nome si trasforma in “‘Ntoni”, come evidenziato nel romanzo “Padron ‘Ntoni” di Giovanni Verga. Questa forma dialettale siciliana riflette un’evoluzione linguistica che potrebbe derivare da una radice comune più antica. In Francia, la variante è “Anton”, mentre in Italia è diffuso come “Antonio” o “Tonio”. Nei paesi di lingua spagnola, le varianti come “Antonio” e “Toño” mostrano ulteriori adattamenti linguistici che potrebbero derivare dalla stessa origine atlantidea.

Questa analisi suggerisce che i nomi Antoni e Michele potrebbero avere origini antiche legate all’isola sardo-corsa, riflettendo una trasmissione culturale e linguistica che si è evoluta nel tempo. L’esame delle varianti linguistiche e delle influenze storiche suggerisce che i nomi possano essere stati preservati e adattati attraverso secoli di migrazione e contatto culturale, iniziando da una civiltà atlantidea e diffondendosi successivamente nelle regioni circostanti.

7. La Connessione Linguistica tra la Lingua Protoebraica e le Lingue Nuragiche: Un’Esplorazione Etimologica del Toponimo Elmas


Nel contesto della linguistica comparativa e della ricostruzione delle lingue antiche, emerge un’ipotesi suggestiva: la lingua protoebraica potrebbe rappresentare una variante di un’antica lingua nuragica. Questa teoria si fonda sull’osservazione di somiglianze fonetiche, morfologiche e semantiche tra le due lingue, suggerendo una connessione culturale e linguistica tra i popoli nuragici della Sardegna e gli antichi Ebrei.

La lingua nuragica, parlata dai misteriosi costruttori dei nuraghi, è ancora poco conosciuta e in gran parte non decifrata. Tuttavia, l’analisi di toponimi e di elementi linguistici ritrovati in contesti archeologici sardi offre indizi preziosi per la comprensione della loro lingua e della loro cultura. In questa cornice, la lingua protoebraica emerge come un campo di studio particolarmente interessante, poiché potrebbe conservare tracce di questa lingua nuragica primitiva attraverso prestiti lessicali e strutturali.

Un esempio emblematico di questa connessione può essere esplorato attraverso l’etimologia del toponimo “Elmas”. Questo nome, che oggi designa una località nella Sardegna, può offrire spunti significativi per la comprensione delle radici linguistiche e culturali comuni.

Etimologia del Toponimo Elmas

Il toponimo “Elmas” potrebbe derivare dalla radice nuragica El- o Elma-, che in alcune ipotesi ricostruite potrebbe riferirsi a concetti legati a luoghi sacri o di grande importanza culturale. In lingua nuragica, il prefisso El- potrebbe essere associato a “luogo” o “territorio”, mentre il suffisso -mas potrebbe derivare da una radice che indica una qualità distintiva, come “forte”, “protetto” o “sacro”.

La radice El- è comparabile con elementi della lingua protoebraica, dove il termine El significa “Dio” o “potere divino”, suggerendo una possibile influenza o una radice comune in contesti religiosi o sacri. La connessione tra “Elmas” e El- potrebbe dunque riflettere una tradizione condivisa di attribuire significati sacri o significativi ai luoghi, sia in Sardegna che nella tradizione protoebraica.

Inoltre, l’analisi fonetica mostra che la struttura del toponimo “Elmas” è in linea con le convenzioni morfologiche delle lingue nuragiche e protoebraiche, suggerendo una possibile continuità linguistica o una trasmissione culturale tra le due aree geografiche.

In sintesi, l’ipotesi che la lingua protoebraica sia una variante di una lingua nuragica offre un’affascinante prospettiva sulla connessione tra due antiche civiltà. L’etimologia del toponimo “Elmas” illustra come le radici linguistiche e culturali possono riflettere legami profondi e storicamente significativi tra popolazioni diverse, suggerendo una ricca interazione e una complessa trama di influenze reciproche.

L’idea che Elmas derivi dall’ebraico apre la strada a interessanti riflessioni etimologiche. Partendo dal nome Elmas, possiamo cercare possibili radici ebraiche che potrebbero collegarsi a questa parola.

In ebraico, ci sono diversi termini che potrebbero essere presi in considerazione:

  1. “El” (אֵל) – significa “Dio” o “divinità”. È un elemento comune nei nomi teoforici, come Elia (Elijah) o Israele, che contengono il nome divino.

  2. “Mas” (מַס) – che in ebraico significa “tributo” o “imposta”. È una parola usata nella Bibbia per indicare un tributo o una tassa che un popolo deve pagare a un altro, come nel caso degli Israeliti che pagavano il tributo agli Egiziani.

Se Elmas fosse una parola composta derivante dall’ebraico, potrebbe essere interpretata come “Dio del tributo” o “Tributo a Dio” (El Mas), o in modo più figurativo, potrebbe indicare un luogo dedicato a Dio o a un culto sacro in cui si offrivano tributi.

Questa interpretazione, pur speculativa, si adatta bene a una possibile connessione con il passato religioso e culturale dell’area, specialmente se ipotizziamo un’antica connessione nuragica-protoebraica, come hai già indicato nelle tue ricerche. Il culto e i tributi agli dei erano una pratica comune nelle culture del Mediterraneo antico, e questa lettura etimologica potrebbe riflettere antiche tradizioni di omaggio religioso o sacro.

8. Linguistica Atlantidea: Origine del Termine “Papperi” nell’Isola Sardo-Corso Atlantidea

Il termine “Su Papperi”, che in sardo contemporaneo campidanese e sulcitano significa “La carta” potrebbe derivare dall’antica civiltà di Atlantide, dove si riferiva al papiro, una pianta usata per produrre carta. Con il tempo, Atlantide divenne l’isola sardo-corsa, e il termine “Papperi” si mantenne nel sardo contemporaneo, ma dissociato dal vegetale, indicando semplicemente la carta. In Sicilia, dove si usava “Pappera” per il papiro, si evidenzia l’influenza delle migrazioni atlantidee. L’associazione papiro-carta si è invece mantenuta forte in Egitto, anche se la parola ha subito alterazioni linguistiche.

Oggi, la scienza tende ad attribuire al mondo egizio l’origine dell’uso del papiro per la produzione della carta, ignorando potenziali collegamenti atlantidei e la loro influenza nelle isole sardo-corse e in Sicilia. Il termine “Papperi”, ormai staccato dalla pianta, rappresenta un relitto linguistico della civiltà atlantidea, e la sua traccia è rimasta soprattutto nelle lingue locali, con connotazioni specifiche ma frammentate del legame con il papiro e la sua coltivazione originaria.

9. Conclusioni e Direzioni Future

Riassumiamo i principali risultati dello studio e discutiamo le implicazioni per la ricerca futura. Proponiamo ulteriori studi e metodologie per approfondire la connessione tra le lingue moderne e le lingue dell’antica Atlantide.

Bibliografia

  • Platone, “Timeo” e “Crizia”.

  • Studi recenti su linguistica comparativa e fonologia.

  • Ricerche archeologiche e storiche relative a Atlantide.

  • Documentazione storica su “Sa Die de sa Sardigna” e i “Vespri Siciliani”.


Nota alla versione 1: Questa revisione integra il contesto storico e culturale specifico, collegandolo ai temi linguistici e fonologici trattati. L’inclusione di dettagli storici e linguistici concreti come quelli relativi a “Sa Die de sa Sardigna” e ai “Vespri Siciliani” arricchisce l’analisi e offre una prospettiva più completa sulla continuità culturale e linguistica.

Nota alla versione 2: Questa porzione di paper mira a esaminare la possibile origine dei nomi Antoni e Michele, fornendo un contesto linguistico e storico che potrebbe spiegare la loro diffusione e trasformazione nel tempo.

Nota alla versione 3: Inserimento dell’origine atlantidea del termine papiro, derivato dal sardo Papperi, che deriva dall’atlantideo che per ora è ancora perduto ma potrebbe forse essere ricostruito da linguisti esperti. Le migrazioni atlantidee hanno portato il termine dall’isola sardocorsa alla Sicilia e poi in Egitto, dove fino ad oggi è rimasto così linguisticamente e culturalmente forte da far credere agli scienziati che sia originario dell’Egitto, facendo perdere l’origine atlantidea del termine e del concetto. E’ quindi possibile che l’uso del papiro per scriverci fosse in origine un uso tipicamente atlantideo. E’ anche possibile che in Egitto questa usanza e abitudine sia stata di gran lunga migliorata, perfezionando la tecnica.