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Atlantis is real: Official discovery of Atlantis, language and migrations

Atlantis is the Sardo Corso Graben Horst underwater continental block submerged by the Meltwater Pulses and destroyed by a subduction zone, Capital is Sulcis

Localizzato il Giardino delle Esperidi a Frutti D'Oro di Capoterra in SardegnaLocalizzato il Giardino delle Esperidi a Frutti D'Oro di Capoterra in Sardegna
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Il Giardino delle Esperidi donava dei frutti d’oro, e si trovava agli estremi confini della terra conosciuta; è stata rilevata un’analogia col racconto apparentemente mitologico delle Esperidi nella toponomastica sarda: esiste infatti una località chiamata Fruttidoro, situata nella località di Capoterra, in Sardegna. Capoterra, dal sardo Caputerra, poi in latino “Caput Terrae”, è il “capo della Terra”, ossia l’estremo lembo conosciuto in antichità (paleolitico/mesolitico, intorno a 11.600 anni fa circa, per avere una data approssimativa ma utile alla comprensione), mentre l’attuale località di Fruttidoro a Capoterra sarebbe il leggendario Giardino delle Esperidi. Questa nuova scoperta non è ancora stata controvalidata dagli studiosi, né sono state svolte stratigrafie per la relativa controverifica, tuttavia nel Nuraghe Antigori di Sarroch sono stati rinvenuti reperti archeologici che confermano queste ipotesi in maniera importante: da Wikipedia apprendiamo che “Gli scavi restituirono varie ceramiche nuragiche e micenee (provenienti dall’Argolide, da Creta, e da Cipro[1]) del tipo Miceneo III B e Miceneo III C risalenti rispettivamente al XIVXIII e al XIIIXII secolo a.C. a testimonianza degli importanti scambi che ebbero luogo fra la civiltà nuragica e quella micenea“. La ceramica micenea è la tradizione ceramica associata al periodo miceneo nell’antica Grecia, che durò dal 1550 al 1050 a.C. Comprendeva una varietà di stili e forme, tra cui il vaso a staffa, ed era fortemente influenzata dai precedenti minoici basati su Creta . Le ceramiche micenee mostrano tipicamente rappresentazioni stilizzate della vita marina e vegetale e mostrano un’affinità per i disegni lineari minimalisti, una tendenza che avrebbe influenzato la prima ceramica dell’antica Grecia arcaica e classica dal IX secolo a.C. La ceramica micenea prodotta con la ruota (1550-1450 a.C.) dalla Grecia continentale è stata descritta come “cretese provinciale”, il che significa che sebbene fosse prodotta in Grecia continentale, era fortemente influenzata dalla ceramica minoica.

A ulteriore possibile conferma del Giardino delle Esperidi a Frutti d’Oro di Capoterra il fatto che l’autrice M. R. Manunza ha scritto di manufatti nuragici e micenei lungo una strada dell’Età del Bronzo presso Bia ‘e Palma, Selargius (CA) 1Inoltre, c’è un articolo di Donatella Salvi sulla maiolica arcaica del pozzo di Bia ‘e Palma a Selargius 2. Quindi i contatti tra antichi Sardi e popolazioni micenee sono chiaramente dimostrati dai dati archeologici e storici, nonché dagli artefatti rinvenuti che dimostrano una relazione tra questi popoli. Non si tratta quindi di fantasia, ma esistono prove concrete, storiche, archeologiche e documentate da professionisti di chiara fama. Le prove a sostegno di questa ipotesi quindi sono numerose e delocalizzate in parecchi punti geografici del Sud della Sardegna: ci sono prove di contatti tra la Sardegna e il Mediterraneo orientale durante l’età del Bronzo. Ad esempio, la ceramica micenea è stata trovata in ambiente nuragico1Dopo il 1200 a.C., con il crollo economico e politico delle culture dei palazzi a Micene e a Creta, solo i Ciprioti continuarono il commercio con la Sardegna1.

Sì, la civiltà nuragica non era isolata e chiusa, ma pienamente integrata nelle dinamiche degli scambi commerciali e culturali che caratterizzavano la vita nel Mediterraneo in quel periodo. Una delle civiltà con cui i Sardi nuragici avevano certamente stabilito una relazione di scambi commerciali e culturali sistematici e intensi era quella dei Micenei, interessati al commercio dei metalli. Prove di tali relazioni sono state trovate in Sardegna sotto forma di diversi significativi reperti ceramici. Ben noti sono i frammenti di ceramica micenea trovati nel nuraghe Antigori, significativamente situato sulla costa meridionale della Sardegna, vicino a Sarroch, ma anche il cosiddetto “alabastron” trovato nel nuraghe Arrubiu a Orroli. Altrettanto importante e interessante è la testa d’avorio di Mitza Purdia (Decimoputzu) che raffigura un personaggio con un elmo del tutto analogo a quelli descritti nelle opere omeriche come tipici dei guerrieri achei.

Queste prove suggeriscono che i Sardi nuragici avevano stabilito una relazione di scambi commerciali e culturali sistematici e intensi con i Micenei, interessati al commercio dei metalli. Pertanto, esistono maggiori probabilità che la leggenda o mito del Giardino delle Esperidi non sia altro che frutto dei primi contatti tra queste popolazioni.

Nuraghe Antigori: remains of various Nuragic and Mycenaean pottery were found (coming from Argolis, Crete, and Cyprus) of the Mycenaean III B and Mycenaean III C types dating back respectively to the 14th-13th and 13th-12th centuries B.C. as evidence of the important exchanges that took place between the Nuragic and Mycenaean civilizations.
Nuraghe Antigori: remains of various Nuragic and Mycenaean pottery were found (coming from Argolis, Crete, and Cyprus) of the Mycenaean III B and Mycenaean III C types dating back respectively to the 14th-13th and 13th-12th centuries B.C. as evidence of the important exchanges that took place between the Nuragic and Mycenaean civilizations.

Se tutto ciò dovesse rivelarsi corretto, come ormai è chiaro allo scrivente, significa che almeno tre donne sarde di Capoterra erano chiamate Esperidi. Ma allora cosa era questo Giardino mitologico? Si tratta di una struttura? Di che natura? Sarà possibile, eseguendo carotaggi e stratigrafie, trovare resti Neolitici, Mesolitici o Paleolitici che possano convalidare che millenni fa erano presenti strutture, popoli, civili? Perché Hesperides? Perché il nome Esperidi? E cosa è successo realmente?

Rileggendo adesso il mito del Giardino delle Esperidi con queste nuove informazioni, si direbbe che un antico uomo greco di nome Ercole si sia diretto verso la spiaggia di Frutti d’Oro di Capoterra, abbia attraccato e instaurato una qualche forma di rapporto con gli abitanti di Capoterra. Il mito dice che il suo scopo fosse quello di rubare tre mele d’oro. Noi oggi però possiamo fare solo ipotesi: si trattava di una pianta di arancio? Non esistevano le arance in Grecia, e allora Ercole venne inviato a rubare tre arance per poterle poi piantare in Grecia e coltivarle in modo autonomo?

Fino ad oggi la cartografia della Libia Erodotea è stata sbagliata: la Liibia è la provincia di Cagliari
Fino ad oggi la cartografia della Libia Erodotea è stata sbagliata: la Liibia è la provincia di Cagliari

Come è stato accolto Ercole dagli abitanti di Capoterra? In amicizia? Perché non vengono nominati gli uomini, ma il drago Ladone? Cosa era questo drago attorcigliato all’albero? I capoterresi hanno dato da bere, a lui ed ai suoi amici marinai? Hanno offerto loro frutta da un Giardino per sfamarli perché sulle navi rischiavano di prendere lo scorbuto? Gli avranno offerto limoni per curare lo scorbuto? O quali potevano essere questi “frutti d’oro”? C’era realmente un albero con appese frutta d’oro, magari dedicate a qualche divinità, oppure d’oro questi frutti avevano solo il colore? Si trattava realmente di un melo? Ma allora la variante color oro della mela esisteva solo a Capoterra, e i greci l’hanno “rubata” per piantarla in Grecia? Se questo episodio è stato tramandato nei millenni, forse contiene delle informazioni importantissime: perché Ercole venne mandato a “rubare” da Frutti D’Oro di Capoterra? Cosa doveva rubare esattamente? Una variante di frutta che esisteva solo a Capoterra? Questo tipo di indagine filosofico-scientifica richiede il contributo anche di botanici esperti, per cui non è semplice da risolvere. Già la parte paleogeografica ha richiesto di combinare centinaia di informazioni da discipline differenti.

Anche se la potenziale scoperta, supportata dalle dichiarazioni degli storici antichi, è straordinaria e lascia a bocca aperta per la meraviglia, tuttavia solleva molte più domande di quelle alle quali risponde.

Ercole a Capoterra nell’attuale Sardegna. Ma era già Sardegna o si trattava ancora dell’isola leggendaria sardo corsa attualmente semi-sommersa? Quando Ercole approdò a Capoterra il blocco geologico sardo-corso era già affondato?

Monti di Atlante, Figlio di Poseidone e primo re di Atlantide, oggi noti come Monti del Sulcis nell'attuale Sardegna.
Monti di Atlante, Figlio di Poseidone e primo re di Atlantide, oggi noti come Monti del Sulcis nell’attuale Sardegna.

Il Giardino delle Esperidi si trovava nell’Oceano Atlantico (Paleolitico), che come spiegato sul sito atlantisfound.it, era il nome paleolitico/mesolitico del mare che attorniava l’isola allora terra emersa sardo-corso-atlantidea. Le Isole Esperidi dovevano pertanto essere i nomi arcaici coi quali vennero definite Sardegna e Corsica nei millenni successivi alla semi sommersione del blocco geologico sardo-corso. Hesperidum Insulae, “Le Isole della Sera”, perché al tramonto, quando i Greci guardavano verso occidente, navigando in quella direzione dalla più remota loro postazione, ossia con grande probabilità l’isola d’Ischia, vedevano 2 isole lontane, che oggi sono note coi nomi di Sardegna e di Corsica, e che sono altopiani di terra emersa del semisommerso blocco geologico sardo-corso. Il linguista e glottologo Massimo Pittau ha analizzato la localizzazione del Giardino delle Esperidi, collocandolo presumibilmente in Sardegna e puntualizzando che si trattasse comunque di una leggenda; io invece nella mia balda ignoranza vado oltre e propongo che non si tratti di leggenda, ma di un luogo realmente esistito collocato a Fruttidoro di Capoterra, secondo quanto affermato in altri termini dal mito.

Ovviamente, uno studioso serio dovrebbe studiare tutta la toponomastica di Capoterra e località vicine, per verificare i nomi più antichi ai quali sia possibile risalire e se in passato erano chiamati in altri modi. Ad ogni modo, una bella analisi basata sull’archeologia satellitare sarebbe opportuna, per evidenziare antichissimi insediamenti, mesolitici o neolitici, presenti sul luogo o SOTTO il luogo (perché con grandissima probabilità ormai saranno sommersi dagli strati sovrapposti nei millenni). Seguendo queste interpretazioni, possiamo analizzare altri aspetti della mitologia: Teti era una sarda. Peleo sposò una sarda, ma i greci le chiamavano “ninfe del mare”. Il giardino delle Esperidi è a Fruttidoro di Capoterra, in Sardegna, tra i monti di Atlante, ossia i monti del Sulcis, e l’Oceano Atlantico Paleolitico, ossia l’attuale mediterraneo. Teti era eponima della città sarda ancora oggi chiamata Teti. La caccia al cinghiale è avvenuta quindi in Sardegna: questo uso sussiste ancora. Rileggendo il mito in questa chiave, ogni tassello va al suo posto e tutti questi racconti cominciano ad assumere un senso perfettamente logico. Nel Paleolitico, l’Oceano di Atlantide, ossia l’Oceano Atlantico, era il nome che designava parte dell’attuale Mar Mediterraneo, come nell’immagine sottostante

Atlantide nell'Oceano Atlantico Mesolitico oggi detto Mar Mediterraneo
Atlantide nell’Oceano Atlantico Mesolitico oggi detto Mar Mediterraneo

 In verdolino chiaro è possibile vedere tutta la parte del blocco sardo corso che è stata sommersa intorno al 9600 a.C. da una catastrofe geologica, descritta per l’appunto anche in Timeo, che è appunto un testo non solo di cosmologia, ma anche di geografia astronomica, geografia e geologia.

Ma siccome in periodo storico, sotto i Romani l’Oceano Atlantico venne nominato Mare Nostrum, la nomenclatura paleolitica era ormai scomparsa dalla maggior parte dei testi. Però molti studiosi e antichi testi riportavano ancora la dicitura Oceano Atlantico. In seguito, venne chiamato Mediterraneo, per cui gli studiosi/scienziati degli ultimi 2000 anni circa si focalizzarono a cercare l’isola di Atlantide, ossia il blocco geologico sardo-corso semisommerso nel 9600 circa a.C., nel luogo sbagliato: ecco perché nessuno l’ha mai trovato.

Se venisse dimostrato che l’autore dell’articolo ha detto il vero e che il Giardino delle Esperidi fosse un luogo reale situato a Frutti D’Oro di Capoterra in Sardegna, ciò potrebbe avere importanti implicazioni per la comprensione della storia e della mitologia antica. Potrebbe fornire nuove informazioni sulla diffusione dei miti e delle leggende e sulla loro relazione con la realtà storica. Inoltre, potrebbe stimolare ulteriori ricerche e scavi archeologici nella zona per cercare ulteriori prove a sostegno di questa teoria.

Tutte le spiegazioni sul sito web https://www.atlantisfound.it/it_it/2023/02/12/che-atlantide-sia-il-blocco-sardo-corso-sommerso

Aggiornamento del 18 Luglio 2023

In data di ieri pomeriggio io, Luigi Usai, mi sono svegliato dopo poche ore di sonno. E’ da mesi ormai che non ho orario per dormire: dormo quando sono esausto, a qualsiasi ora del giorno e della notte, per il tempo di cui ho bisogno. Ciò ha favorito la mia attività onirica, che non sarà oggetto di spiegazioni o divulgazione in questa sede. In data di ieri, svegliato all’improvviso, non so per quale motivo ho cercato documentazione online, incappando in un testo che citava Erodoto sul popolo degli Atlanti:

mentre leggevo il testo di Erodoto tradotto in italiano sono esploso in esclamazioni di gioia: il testo di Erodoto parla del Sulcis in Sardegna! Ciò che dice Erodoto conferma tutte le mie affermazioni relative al Sulcis Capitale di Atlantide! Ero emozionatissimo e pieno di gioia, ma allo stesso tempo pieno di tristezza: è impossibile comunicare queste scoperte al mondo scientifico. Purtroppo, la maggioranza di studiosi è talmente piena di quella che Blaise Pascal chiamava la “Boria dei Dotti”, che diventa difficilissimo condividere le proprie scoperte scientifiche.

I TESTI DELLE STORIE DI ERODOTO CONFERMANO SCIENTIFICAMENTE CHE IL POPOLO DEGLI ATLANTI E’ STABILITO NEL SULCIS, NELL’ATTUALE SARDEGNA.

Con il presente testo invito la Comunità Scientifica Mondiale a verificare e controvalidare le mie affermazioni, da questo momento in poi pubbliche. Ora che le affermazioni che Atlantide sia il Blocco Geologico Sardo-Corso semisommerso nell’Oceano Atlantico Paleolitico hanno conferma nei testi di Erodoto. Chiedo pubblicamente ed ufficialmente verifica da parte degli studiosi di tutto il mondo, per poter portare il Sapere sul Mondo Antico qualche passo più avanti, e consentire nuove scoperte a studiosi di tutto il mondo.

Grazie anticipate alla Comunità Scientifica.

Lentamente, incollerò qui una copia dei testi di Erodoto con la spiegazione passo passo tramite immagini satellitari che mostrino la veridicità di quanto affermato dallo storico greco.