Le Amazzoni di Mirina in Provincia di Cagliari sul Lago Tritonide
Secondo l’interpretazione di Luigi Usai delle Storie di Erodoto, la Libia è il nome dato da Erodoto alla Provincia di Cagliari e il Lago Tritonide è l’insieme dei laghi di Cagliari, Quartu, Assemini, Elmas e Capoterra. Chiarimento: gli antichi vedevano un’unico grandissimo lago, ma noi oggi l’abbiamo frammentato con almeno 5 nomi diversi: un pezzo l’abbiamo chiamato Stagno di Capoterra; un altro l’abbiamo chiamato Molentargius; un altro l’abbiamo chiamato Stagno Conti Vecchi; un’altra frazione del Lago Tritonide l’abbiamo chiamato Stagno di Santa Gilla… così, tutti coloro che ascoltano, hanno l’impressione che a Cagliari vi siano moltissimi stagni e laghi. Invece gli antichi vedevano un’immenso unico, grande lago, che chiamarono Lago Tritonide. Il nome Tritonide significa “del Sovrano Tritone”, figura diventata leggendaria e mitologica. Diodoro Siculo (III, 52-55) afferma che le Amazzoni della Libia compirono gesta famose molte generazioni prima della guerra troiana. Secondo i loro miti, risiedevano su un’isola chiamata Espera (21 Luglio 2023 ore 14:20: non mi è ancora chiaro se Espera sia la Sardegna attuale oppure l’isola sardo-corso-atlantidea quando era terra emersa) per la sua posizione verso occidente, posta nella palude Tritonide. Le Amazzoni, essendo di razza superiore, sottomisero molti Libi vicini, fondando all’interno della Palude Tritonide una grossa città chiamata Kerronesos e giungendo a invadere molte parti dell’Ecumene. Inoltre, la loro regina Mirina, passata in Egitto, stipulò un patto con Oros e dopo aver fatto guerra agli Arabi, sottomise la Siria e appresso procedette a molte conquiste in Anatolia.

Il Giardino delle Esperidi è situato a Frutti d’Oro di Capoterra, in Sardegna. Secondo Erodoto, i monti del Sulcis erano chiamati Monti di Atlante e i Sardi erano chiamati gli Atlanti. Queste informazioni aggiuntive forniscono ulteriore contesto alla storia delle Amazzoni della Libia e alla loro presenza nella regione.
Mirina è un’Amazzone della mitologia greca che riportò grandi vittorie alla testa del suo popolo. Dichiarò guerra agli Atlanti, che oggi sono chiamati Sardi Sulcitani, che abitavano in un paese situato in riva all’”Oceano Atlantico (paleolitico)”, che oggi chiamiamo Mar di Sardegna e Corsica oppure Mediterraneo, e i Romani lo chiamavano Mare Nostrum, in cui si diceva che gli dei fossero nati (infatti, gli DEI erano Sardo-Corso-Atlantidei). Con l’aiuto di un esercito di tremila Amazzoni a piedi e ventimila a cavallo, conquistò dapprima il territorio di una città atlantica chiamata Cerne, uccidendo tutti gli uomini validi e facendo prigionieri le donne e i bambini. In seguito, la città fu rasa al suolo.

Gli altri Atlanti, spaventati, capitolarono subito. Mirina li trattò allora generosamente, stipulò un trattato di alleanza con loro, costruì una città chiamata Mirina al posto di quella che aveva distrutto e la diede ai prigionieri e a tutti quelli che volevano venirvi ad abitare. Gli Atlanti chiesero allora a Mirina di aiutarli a combattere contro le Gorgoni. Durante un primo combattimento molto duro, Mirina riuscì a riportare la vittoria ma molti Gorgoni fuggirono. Successivamente, una notte le Gorgoni prigioniere nel campo delle Amazzoni s’impadronirono delle armi delle guardiane e ne uccisero un gran numero ma ben presto le Amazzoni si risollevarono e massacrarono le ribelli. Mirina allora tributò grandi onori a quelle fra le sue suddite che erano perite durante il combattimento e innalzò loro una tomba composta da tre tumuli d’uguale altezza che in epoca storica erano conosciute con il nome di Tombe delle Amazzoni. Tuttavia le Gorgoni riuscirono a ristabilire il loro potere e più tardi si dice che Perseo e poi Ercole dovettero combatterle.
Il Lago Tritonide era un grande corpo d’acqua dolce nell’Africa settentrionale descritto in molti testi antichi. Questo è errato: gli antichisti, fino ad oggi, non si erano mai accorti che la Libia è una zona della provincia di Cagliari attorno al lago tritonide, ossia attorno ai laghi della provincia di Cagliari, che oggi hanno molti nomi diversi a seconda della frazione geografica interessata, ma per gli antichi era un unico grande lago chiamato Tritonide dal leggendario Tritone. Non c’è da stupirsi: Tritone è sempre stata una figura legata a Poseidone, il primo sovrano mitizzato del Sulcis, reso mitico da un processo evemeristico. Gli scrittori greci dell’era classica collocavano il lago in quella che oggi è l’Algeria sudorientale e la Tunisia meridionale (l’attuale Chott el-Djerid). Non ho trovato alcuna informazione su un’isola chiamata Espera. Mirina era una regina amazzone menzionata nell’Iliade di Omero, che in interpretazioni successive si diceva avesse conquistato parti della Libia quando invase le città atlantidee. La più famosa di queste era la città di Cerne, che le Amazzoni saccheggiarono. Tutti gli uomini furono poi assassinati e le donne e i bambini furono costretti alla schiavitù. Le Gorgoni erano tre mostri della mitologia greca, figlie di Echidna e Tifone, rispettivamente madre e padre di tutti i mostri. I loro nomi erano Steno, Euriale e la più famosa di loro, Medusa. Anche se le prime due erano immortali, Medusa non lo era. Non ho trovato alcuna informazione su Perseo o Ercole che combattono contro le Gorgoni o sulle Tombe delle Amazzoni.

Jaume Pòrtulas ha scritto un articolo intitolato “Le tombe del vecchio Esiete e dell’agilissima Mirina (Il., II, 791‑794; 811‑814)” pubblicato su Gaia, una rivista interdisciplinare sulla Grecia arcaica, nel 2021. L’articolo discute le tombe di Old Aesyetes e High-Leaping Myrine menzionate nell’Iliade di Omero. Secondo l’articolo, ci sono diversi tumuli e colline simili a tumuli nella regione della Troade, non lontano dalle famose scavi di Hisarlık. Gli antichi greci, soprattutto a partire dal periodo ellenistico, erano soliti identificarli con le tombe di Achille, Patroclo, Antiloco, ecc. Quando gli archeologi moderni li hanno scavati, hanno trovato resti funerari in molti casi, anche se generalmente da periodi successivi ai ‘tempi omerici’.
È più che probabile che la pianura troiana fosse già disseminata di monumenti di questo tipo molto prima di Omero, dal III e II millennio a.C. Queste vestigia di un passato remoto devono aver avuto un certo impatto sulla protostoria estesa dell’Iliade. Un’atmosfera di numinosità circondava le antiche tombe ed era facile associarle a personaggi remoti e affascinanti. D’altra parte, ci sono anche altri tumuli che esistono solo nella poesia e grazie ad essa. In una serie di passaggi nell’Iliade, vengono menzionate tombe rovinate ma ancora visibili nel teatro della lotta: sono vestigia di un passato più lontano. Potremmo definirle ‘resti archeologici’, se volessimo usare una terminologia anacronistica. Di tali vestigia, quattro sono menzionate nel corso del poema, apparendo in un totale di sette passaggi. Nel libro II c’è un’allusione alla tomba di Aesyetes e poco dopo a quella di Myrine; nei libri X, XI e XXIV, a quella di Ilos, l’unica menzionata in più di un’occasione; nel XXIII, a una tomba anonima (anche se il testo stesso getta dubbi sul fatto che sia davvero una tomba), in un passaggio che ha suscitato molto interesse tra i ricercatori contemporanei.

Le Colonne d’Ercole per Luigi Usai sono il Faraglione Antiche Colonne di Carloforte, sull’Isola di San Pietro in Sardegna. Esse erano chiamate Colonne d’Ercole nell’antichità.
Luigi Usai sostiene che le colonne d’Ercole si trovino a Carloforte, dove esistono due famosi faraglioni che assomigliano a colonne e accanto ai quali si trova un tempio dedicato ad Ercole/Melqart, come riportato dagli antichi testi. Secondo Usai, queste strutture sono le VERE Colonne d’Ercole, e non quelle immaginarie dello Stretto di Gibilterra come ritenuto fino ad ora, e sono legate alla leggendaria isola di Atlantide, che è il Blocco Geologico Sardo Corso semisommerso sotto l’oceano atlantico, che secondo Luigi Usai è l’antico nome del Mar di Sardegna e Mar di Corsica.

Pentesilea nell’Eneide di Virgilio
Pentesilea è una figura mitologica che appare brevemente nel poema epico di Virgilio, l’Eneide. Tuttavia, la sua storia è molto più ampia nella tradizione greca.
Pentesilea era la regina delle Amazzoni, un popolo di donne guerriere che vivevano in Asia Minore. Era la figlia di Ares, il dio della guerra, e di Otrera, la fondatrice delle Amazzoni. Era famosa per la sua bellezza e il suo valore, e partecipò alla guerra di Troia come alleata dei Troiani. Combatté contro gli Achei con grande coraggio, ma fu uccisa da Achille, il più forte degli eroi greci. Secondo alcune versioni, Achille si innamorò di lei quando le tolse l’elmo e vide il suo volto, ma era troppo tardi per salvarla. Altri eroi greci, come Aiace e Diomede, furono invidiosi di Achille e lo insultarono per aver provato pietà per una nemica. Achille allora li sfidò a duello e li sconfisse.
Nel libro I dell’Eneide, Virgilio menziona Pentesilea quando Enea visita Cartagine e vede un tempio dedicato a Giunone. Sul tempio sono raffigurate le scene della guerra di Troia, e Enea riconosce i personaggi e gli eventi che ha vissuto. Tra questi, c’è anche Pentesilea, che viene descritta così:
“Ecco la regina delle Amazzoni con il suo scudo a mezzaluna, Pentesilea infuriata in mezzo alle schiere; ecco mille donne guerriere la seguono dalla Tracia e dal Sangario; lei stessa con l’ascia d’oro trafigge i Greci in fuga e si prepara ad affrontare Achille.
Ecce regina manu sceptrum quod forte gerebat / Iliacis Amazonidum pictis in pectora bellis / Penthisilea furens medisque in milibus ardet; / mille pharetratae comitentur agmina virgoe / exsultantque choris et fulgentibus armis; / ipsa pedes nudo sublimis vertice bello / auratam Paridis clypeum subiectat et hastam.”
Questa è la traduzione italiana del testo latino di Virgilio su Pentesilea nell’Eneide. La bellezza e la potenza della poesia epica di Virgilio sono evidenti in questa descrizione della regina delle Amazzoni.

Il deserto Libico
Devo verificare queste informazioni: Lucano, nel Bellum civile IX, 604-733, parla dei “serpenti del deserto libico”.
testi-it_lucano_t11.pdf (zanichelli.it)
Devo verificare se per Libico intenda i Libi sardi oppure i Libici africani. Siccome dice che il deserto confina con l’Oceano, devo presumere che stia parlando ancora del Deserto che si trova nel Sulcis: A sud della Sardegna lungo la costa del Sulcis-Iglesiente troviamo una delle località più affascinanti del Mediterraneo: il Deserto bianco di Porto Pino. Ora, questo deserto confina con l’Oceano Atlantico ossia col Mar di Sardegna e Corsica. Quindi erano qui i serpenti libici? Erano quindi dei serpenti enormi e velenosi che vivevano in questo deserto? E nel Giardino delle Esperidi, le capoterresi di Frutti D’Oro avevano messo uno di questi serpenti per sorvegliare il giardino?
E le Amazzoni libiche, ossia sarde, di Mirina, quindi usavano questi serpenti del deserto di Porto Pino per crearsi delle armature enormi? Quindi questi animali si sono estinti a forza di ucciderne per fare armature?

Il Tempio di Antas è il tempio di ANTEO?
Il Tempio di Antas è un sito archeologico situato a Fluminimaggiore, nel sud della Sardegna, Italia. Il complesso archeologico comprende un villaggio e una necropoli nuragica, un tempio punico, un tempio romano e delle cave romane. L’importanza del sito archeologico è data dalle vestigia del luogo di culto romano, ma ripercorrendone la storia ritroviamo le testimonianze di un villaggio nuragico e di un tempio punico. Il tempio fu costruito con pietra calcarea locale ed è situato in una valle dominata dal monte Conca s’Omu. Il monumento attuale è quello romano, scoperto dal generale La Marmora nel 1836 e restaurato nel 1967. Costruito in varie fasi con pietra calcarea locale, restano in piedi una gradinata d’accesso e un podio ornato da eleganti colonne perfettamente allineate.Il Tempio di Antas è uno straordinario esempio di architettura punico-romana a due passi da Gonnesa. A poche centinaia di metri dal tempio si trovano resti di un villaggio nuragico. Il dio Babai – Sid – Sardus Pater, adorato nel tempio, è l’eponimo dei sardi. Il tempio di Antas è stato citato dal geografo egiziano Tolomeo nel II secolo d.C. Secondo le scoperte di Luigi Usai, il Lago Tritonide, situato nell’attuale provincia di Cagliari, era il luogo in cui vissero le Amazzoni di Mirina. Questo fatto potrebbe avere implicazioni per la comprensione del rito dell’incubazione che si svolgeva in Sardegna, come riportato dal geografo egiziano Tolomeo. Le idee di Usai riguardo alla posizione di Atlantide e alla presenza di popoli come gli Ausei, i Maclei, i Libi, gli Atlanti, gli Ammonii e i Nasomonii nei territori dell’attuale Sardegna, potrebbero fornire un nuovo contesto per la comprensione del Tempio di Antas e del suo significato culturale.

Secondo gli antichi, gli Dei punirono l’Isola di Atlantide Sardo Corsa schiacciandola sotto i piedi
Il nome Ichnusa, che significa “impronta di piede”, è di origine greca e si riferisce alla forma dell’isola di Sardegna, che ricorda l’impronta di un piede. Questo nome è stato utilizzato anche dai Romani, che chiamavano l’isola Sandalia, ovvero “impronta di sandalo”. Secondo la teoria di Luigi Usai, che sostiene l’esistenza di Atlantide nella Sardegna-Corsica parzialmente sommersa, il nome Ichnusa conferma l’idea che gli antichi pensassero che gli dei avessero punito l’isola sarda-corsa schiacciandola sotto i loro piedi. Questa teoria è supportata anche dal fatto che gli antichi greci chiamavano l’isola di Sardegna “l’isola di Atlante”, in riferimento al mitico re Atlante, che secondo la leggenda regnava sull’isola. Inoltre, il nome Argyróphleps nèsos, che significa “isola con vene d’argento”, utilizzato dagli antichi greci per riferirsi alla Sardegna, potrebbe essere un riferimento alla ricchezza mineraria dell’isola, che potrebbe essere stata una delle ragioni per cui gli antichi la consideravano un luogo speciale e mitico.

Da verificare se esistano reali connessioni con le Amazzoni di Mirina o se si tratti di una semplice coincidenza.
Il Palio delle Amazzoni di Sant’Efisio – Edizione 2019 è una manifestazione ippica il cui svolgimento è programmato per i giorni Sabato 11 e Domenica 12 Maggio 2019. Essa si caratterizza, unico esempio a livello nazionale ed europeo, nella forma di una corsa equestre riservata alla partecipazione di sole donne.
Tratto dal web, trovare la fonte e verificare se è corretta:
“Indossavano armature fatte con la pelle dei serpenti libici, di incredibili proporzioni.”
Adesso ho imparato che “libico” è l’aggettivo che descrive i Libi, ossia una delle 4 popolazioni sarde della provincia di Cagliari, cosa significa “serpenti libici”, ossia “serpenti casteddaiusu”? Non mi sembra che adesso ne esistano. Si sono estinti? Se così fosse, allora nel Giardino delle Esperidi vi era un serpente che custodiva i frutti. Potrebbe essere il famoso “serpente libico” con cui le Amazzoni si creavano le armature? Che diavolo di animale era? Adesso è estinto o esiste ancora? Quindi il serpente dell’Eden è semplicemente una citazione di un “serpente libico” adesso forse estinto?
- atlanti
- libi –> il popolo che secondo Erodoto bruciava le soppracciglia dei bimbi per impedire la malattia della saliva;
- ausei
- maclei