• Gio. Ott 3rd, 2024

Atlantis is real: Official discovery of Atlantis, language and migrations

Atlantis is the Sardo Corso Graben Horst underwater continental block submerged by the Meltwater Pulses and destroyed by a subduction zone, Capital is Sulcis

Fino ad oggi la cartografia della Libia Erodotea è stata sbagliata: la Liibia è la provincia di CagliariFino ad oggi la cartografia della Libia Erodotea è stata sbagliata: la Liibia è la provincia di Cagliari
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https://pillarsofhercules.altervista.org/

18 Luglio 2023: credevo di aver localizzato l’esatta posizione delle Colonne d’Ercole, invece –> (correzione del 06/08/2023) ho scoperto che questa informazione era già stata pubblicata dal Professor Giorgio Saba, autore del testo: “Scusi, dov’è l’Ade? Ipotesi sulla storia antica della Sardegna”. Ho contattato il Sig. Montalbano per comunicare la mia potenziale scoperta, e lui mi ha informato che questa notizia era già stata scoperta e pubblicata, anche se non ne avevo mai sentito parlare prima. Congratulazioni ufficiali al Professor Giorgio Saba, scopritore delle Colonne d’Ercole (in che anno? 2016? Attualmente sono in attesa che mi arrivi il suo libro, che ho ordinato online). Questa pagina contiene ancora errori a causa di questo iniziale equivoco: appena possibile mi affretterò a correggere i dati errati.

Le Colonne d’Ercole della leggenda e della mitologia antica sono due faraglioni di ignimbrite riolitica di colore grigio uniforme, di origine oligo-miocenica, situati sull’Isola di San Pietro in Sardegna, un’isola dell’Italia. Sono gestiti dal Comune di Carloforte e sono stati istituiti con il provvedimento D. A.R.A. 704 del 29.4.93.

Pillars of Heracles in Carloforte, Sardinia, discovered by Professor Giorgio Saba.
Pillars of Heracles in Carloforte, Sardinia, discovered by Professor Giorgio Saba.

Il nome delle Colonne d’Ercole deriva dalla loro forma di pilastro naturale. Sull’origine della forma rocciosa sono state tramandate alcune leggende: si dice che si tratti di marinai pietrificati in punizione del male commesso, o di mostri che San Pietro, protettore dell’isola, avrebbe trasformato in roccia per difendere gli abitanti. Le Colonne d’Ercole sono un simbolo per l’Isola di San Pietro e sono rappresentate in un poster del 1986.

Nella zona circostante si trovano anche altri siti di interesse culturale, come i resti di una necropoli romana a Spalmatore di Fuori e i nuraghi a Bricco del Polpo, Punta Laveria e Bricco Resciotto. Inoltre, c’è un circo megalitico prenuragico a La Piramide, presso le Saline, e i resti di un tempio fenicio-punico a Punta del Morto.

La leggenda di Heracles/Melqart è quella di un dio fenicio, patrono della città di Tiro, associato alla monarchia, al mare, alla colonizzazione e all’impresa commerciale. Il culto di Melqart/Herakles/Hercules si diffuse in diverse località del sud della Spagna, come dimostrato dalla monetazione locale con simboli o immagini di Eracle, tra cui la testa di Eracle, la coppa e la clava. È probabile che la dominazione punica in Spagna nel III secolo a.C. sotto la guida dei Barcidi, una famiglia che aveva una particolare devozione per Melqart, abbia rafforzato la presenza del dio in Spagna. Il culto di Melqart era associato ad altri pantheon e spesso venerato di conseguenza. In particolare, era identificato con il greco Eracle (Hercules) almeno dal VI secolo a.C. e alla fine divenne intercambiabile con il suo omologo greco. La leggenda di Heracles/Melqart è collegata alle Faraglione Antiche Colonne di Carloforte, dove si trova un tempio semidistrutto di Heracles/Melqart accanto posto a Punta del Morto.

Non ho trovato informazioni specifiche sulla data in cui i Greci hanno appreso la navigazione d’altura. Tuttavia, le prime prove di attività di navigazione in Grecia risalgono al periodo Minoico, quando i commercianti minoici basati a Creta erano molto attivi nel Mediterraneo orientale e iniziarono a commerciare in rame e bronzo già dal 1600 a.C. Pare che abbiano appreso molto dai primi marinai del tempo antico a noi noti: i Fenici1. Quindi i Minoici probabilmente facevano navigazione costiera, per paura di affondare e naufragare: per questo motivo, i primi limiti del mondo conosciuto erano in realtà… le coste. Poi, probabilmente a causa di tempeste che duravano giorni interi, qualche nave è finita nel Golfo di Cagliari, da loro chiamato, secondo le teoria di Luigi Usai, Oceano Atlantico. E’ qui che avvennero in epoca micenea i primi contatti coi popoli sardi; abbiamo infatti reperti archeologici di epoca micenea in varie zone del meridione della Sardegna: nel Nuraghe Antigori di Sarroch, a Selargius… Ecco perché dapprima i limiti del mondo conosciuto erano posti a Capoterra: ecco perché la spiaggia di Frutti d’Oro (Frutti d’oro) venne mitizzata fino a diventare il Giardino delle Esperidi.

Quando in seguito i Micenei familiarizzarono meglio col meridione della Sardegna, ed i marinai cominciarono a mappare mentalmente le antiche spiagge sarde, i limiti del mondo conosciuto tramite navigazione costiera vennero spostati alle Colonne di Carloforte, note al pubblico come Colonne d’Ercole. I limiti del mondo conosciuto in epoca micenea, quindi, forse non erano ancora posti a Gibilterra: dovevano infatti ancora mappare cosa ci fosse oltre Carloforte e Sant’Antioco. Quando per cause da accertare, dei marinai oltrepassavano Carloforte, raccontavano di alcune isole “al di là delle Colonne d’Ercole”, ossia, con grande probabilità, parlavano delle isole di Maiorca, Minorca e Ibiza.

La navigazione nell’antica Grecia, così come in altre culture dell’epoca, è un argomento che ha lasciato poche informazioni documentate. Tuttavia, possiamo dedurre alcune cose dalle prove archeologiche e dalle tracce storiche. I Minoici, come hai menzionato, erano una delle prime culture greche a impegnarsi in attività commerciali e di navigazione marittima.

Nel periodo Minoico (circa 2700-1450 a.C.), i commercianti minoici basati a Creta erano attivi nel Mediterraneo orientale e commerciavano in rame e bronzo. Sono stati documentati scambi commerciali con altre regioni del Mediterraneo e anche con i Fenici, un popolo navigante noto per le loro abilità marittime e il commercio.

È probabile che i primi marinai greci abbiano tratto insegnamenti e conoscenze sulla navigazione dai Fenici e da altre culture del Mediterraneo. Inizialmente, la navigazione dei Minoici e dei primi Greci potrebbe essere stata principalmente costiera, poiché si avventuravano lungo le coste per il commercio e la colonizzazione. I limiti del mondo conosciuto in quel periodo erano spesso definiti dalle zone costiere e dalle isole che conoscevano.

In epoca micenea (circa 1600-1100 a.C.), i contatti con la Sardegna sembrano essere avvenuti, come suggeriscono i reperti archeologici trovati in alcune zone dell’isola. L’espansione delle conoscenze geografiche potrebbe aver spinto i marinai micenei a esplorare le coste della Sardegna e ad allargare i loro orizzonti di navigazione.

Le Colonne di Carloforte, note come Colonne d’Ercole, potrebbero aver avuto un significato geografico e simbolico per i marinai micenei e successivamente per i Greci. Queste colonne di roccia potrebbero essere servite come un punto di riferimento per la navigazione e rappresentavano un limite noto del mondo conosciuto in quel periodo. Il fatto che alcuni marinai parlavano di “isole al di là delle Colonne d’Ercole” potrebbe essere stato un modo per esprimere l’idea di territori ancora sconosciuti o misteriosi al di là di quelle colonne.

Inoltre, è possibile che le isole menzionate come “al di là delle Colonne d’Ercole” (Maiorca, Minorca e Ibiza) fossero effettivamente conosciute o intuite dai marinai greci e micenei, ma le loro esplorazioni potrebbero non essere state documentate o tracciate in modo dettagliato. Con il tempo, grazie a ulteriori esplorazioni e conoscenze, i limiti del mondo conosciuto si sarebbero ampliati, includendo nuove regioni e terre oltre quelle Colonne.

In sintesi, la navigazione nell’antica Grecia e le conoscenze geografiche di quei tempi sono argomenti che spesso si basano su deduzioni dalle prove archeologiche e dalle fonti storiche disponibili, poiché ci mancano testimonianze dirette e dettagliate. Tuttavia, le interazioni commerciali, le scoperte archeologiche e le leggende mitologiche ci suggeriscono che i Greci abbiano gradualmente acquisito abilità marittime e allargato i loro orizzonti navigando lungo le coste e le isole del Mediterraneo.

  1. Il Professor Giorgio Saba ha localizzato la posizione esatta  con resti archeologici delle Colonne D’Ercole e del tempio attiguo e reso pubblica la sua scoperta con almeno un’intervista radiofonica e un libro intitolato “Scusi, dov’è l’Ade? Ipotesi sulla storia antica della Sardegna”; io da oggi in data 06/08/2023, dopo aver capito di non essere io lo scopritore, condivido con gioia la sua scoperta straordinaria e affermo pubblicamente che a mio avviso ha ragione lui. Non avevo mai sentito prima queste informazioni, quindi significa che esse avevano poca visibilità online, per cui sono ben felice di poterle condividere su questo sito e contribuire a diffonderle.
  2. localizzazione della posizione dell’isola leggendaria semisommersa di Atlantide;
  3. localizzazione generica del Giardino delle Esperidi (non dispongo dei capitali per effettuare analisi coi LIDAR via aerea);
  4. localizzazione delle due Sirti, una maggiore e una minore (Golfo di Cagliari è la Sirte Maggiore, Golfo di S. Antioco è la Sirte Minore, per le mie conoscenze attuali);
  5. localizzazione del Lago Tritonide (Stagno di Molentargius);
  6. localizzazione approssimativa della Gadirica, da confermare con l’aiuto di studiosi e archeologi esperti;
  7. la cartografia antica relativa alla Sardegna era tutta sbagliata: i Monti del Sulcis nel V secolo a.C. si chiamano Monti di Atlante; il Mare intorno al blocco geologico sardo-corso si chiamava Oceano Atlantico; il Giardino delle Esperidi era situato a Frutti D’Oro di Capoterra, posto esattamente in mezzo tra i Monti di Atlante e l’Oceano Atlantico del V Secolo a.C.; sarà necessario ricreare le cartografie antiche per tutti i libri esistenti al mondo, che sono tutti sbagliati ed imprecisi;
Pillars of Hercules in Carloforte, Sardinia
Pillars of Hercules in Carloforte, Sardinia

Le Colonne di Carloforte: Un’affascinante scoperta archeologica e geologica collegata alle misteriose Colonne d’Ercole dell’antichità

Introduzione: Le Colonne di Carloforte, un affascinante complesso di faraglioni situato sulla punta meridionale dell’Isola di San Pietro, Sardegna, hanno da sempre affascinato gli studiosi e i visitatori per la loro maestosità e bellezza. Recentemente, nuove scoperte archeologiche e geologiche hanno fatto emergere una connessione tra queste incredibili formazioni naturali e le leggendarie Colonne d’Ercole dell’antichità. Questo articolo esplora le caratteristiche geologiche delle Colonne di Carloforte, le leggende antiche e le recenti ricerche archeologiche, fornendo una prospettiva esaustiva sulla loro importanza storica e scientifica.

In verde le paleocoste di Atlantide attualmente sommerse; probabilmente è possibile trovare ancora dei resti dopo 11.600 anni dalla sommersione, di strutture come paleoporti o navi sommerse?
In verde le paleocoste di Atlantide attualmente sommerse; probabilmente è possibile trovare ancora dei resti dopo 11.600 anni dalla sommersione, di strutture come paleoporti o navi sommerse?

Caratteristiche geologiche delle Colonne di Carloforte: Le Colonne di Carloforte, conosciute nei millenni come Colonne d’Ercole, sono costituite da ignimbrite riolitica, un tipo di roccia vulcanica formata da flussi piroclastici durante il periodo oligo-miocenico. Questa roccia ha una giacitura suborizzontale e una fessurazione colonnare che si è sviluppata nel corso di millenni grazie all’azione dell’erosione marina. Le onde hanno eroso la roccia più facilmente lungo le superfici di giuntura da raffreddamento e le fratture tettoniche, creando così la forma caratteristica di pilastri delle Colonne di Carloforte. Queste Colonne di Carloforte sono state chiamate dai Greci del V secolo a.C. Colonne d’Ercole; esse delimitavano il limite del mondo allora conosciuto per due cause: una, che la semi-sommersione del blocco geologico sardo-corso, avvenuta probabilmente in più fasi, ha generato fondali bassi e fangosi causati dalla risacca che erodeva la paleocosta sardo-corsa, venendo a creare, a partire dal 9600 circa a.C., quella che oggi i geologi chiamano piattaforma continentale sardo-corsa.

Le Colonne di Carloforte spiegano perché a Tiro Re Hiram fece costruire un ponte che collegasse le due isole che formavano la città di Tiro: Re Hiram stava cercando di ricreare una copia delle isole di Carloforte e Sant’Antioco, in mezzo alle quali vi era l’ingresso ad un porto stretto che dava l’accesso ad un isola, che il sommo sacerdote egizio della regione saitica, Sonchis di Sais, aveva chiamano “Atlantide” nel suo racconto a Solone, che si trovava in visita in viaggio studio e forse commerciale in Egitto nel 590 circa a.C., come poi raccontato anche da Plutarco nella “Vita di Solone”.

Pillars of Hercules in Carloforte, Sardinia
Pillars of Hercules in Carloforte, Sardinia

Le leggende delle Colonne d’Ercole: Le Colonne di Carloforte hanno un interesse culturale che si riflette anche nelle leggende che le circondano. Esse sono state chiamate “Colonne d’Ercole”, una figura mitologica dell’antichità classica. Secondo la mitologia greca, Ercole (Hercules in latino) era un semidio e famoso per i suoi dodici lavori. Le Colonne d’Ercole erano tradizionalmente considerate i pilastri o le montagne che segnavano il confine tra il mondo conosciuto e quello sconosciuto, oltre il quale si trovavano i misteriosi domini delle divinità. Questa associazione rende le Colonne di Carloforte un sito di interesse storico e mitologico unico.

Le Amazzoni di Mirina costruirono una città in mezzo al Lago Tritonide. Oggi tale città è chiamata Cagliari.
Le Amazzoni di Mirina costruirono una città in mezzo al Lago Tritonide. Oggi tale città è chiamata Cagliari.

Nuove scoperte archeologiche: Ricerche archeologiche recenti hanno rivelato la presenza di una necropoli di epoca romana nella vicina località di Spalmatore di Fuori. I reperti di cultura materiale e le sepolture in dolio e alla cappuccina indicano una presenza umana significativa in questa regione durante l’antichità. Inoltre, sono stati individuati resti di un tempio di età fenicio-punica a Punta del Morto, fornendo ulteriori prove dell’importanza storica di quest’area.

Il valore scientifico e turistico delle Colonne di Carloforte: La bellezza e la particolarità geologica delle Colonne di Carloforte le rendono una destinazione turistica di grande richiamo. Il loro aspetto unico, con la struttura a pilastri di roccia che emerge dal mare, attira visitatori da tutto il mondo. Tuttavia, è fondamentale proteggere quest’area da eventuali danni causati dall’afflusso turistico e dall’inquinamento.

Inoltre, le ricerche scientifiche condotte sulle Colonne di Carloforte forniscono una preziosa opportunità di studio per gli esperti di geologia e archeologia. Lo studio della formazione e dell’evoluzione di queste imponenti strutture vulcaniche offre una prospettiva unica sulla storia geologica della regione. L’indagine sulle scoperte archeologiche fornisce una finestra sulla vita e le attività degli antichi abitanti di quest’area.

Nel corso della storia, è stato erroneamente sostenuto che le Colonne d’Ercole, due famose colonne che segnavano il confine del mondo conosciuto nell’antichità, fossero posizionate in luoghi specifici: una sulla rocca di Gibilterra, sul promontorio di Calpe, situato in Europa, e l’altra sul versante opposto, precisamente sul promontorio di Abila in Mauritania, Africa.

Le Colonne D'Ercole nell'Oceano Atlantico antico, poi rinominato Mare Nostrum dai Romani.
Le Colonne D’Ercole nell’Oceano Atlantico antico, poi rinominato Mare Nostrum dai Romani.

Le Colonne d’Ercole sono in realtà situate tra Carloforte e Sant’Antioco, nell’attuale Sardegna. Questa affascinante scoperta è stata realizzata dal Professor Giorgio Saba in una sua opera pubblicata nel 2016:
all’inizio credevo che la scoperta fosse mia; nel giro di breve tempo sono stato informato che la scoperta era stata pubblicata a mia insaputa anni prima. Questa pagina contiene ancora errori a causa di ciò, li correggerò il prima possibile.

Questi imponenti faraglioni, conosciuti nei millenni come Colonne d’Ercole, si ergono maestosi sulla punta meridionale dell’Isola di San Pietro, Sardegna. Le caratteristiche geologiche di queste formazioni naturali, costituite da ignimbrite riolitica con giacitura suborizzontale e fessurazione colonnare, le rendono un vero spettacolo della natura.

Le Colonne D'Ercole nell'Oceano Atlantico antico, poi rinominato Mare Nostrum dai Romani.
Le Colonne D’Ercole nell’Oceano Atlantico antico, poi rinominato Mare Nostrum dai Romani.

La figura mitologica di Ercole e le leggende legate alle Colonne hanno certamente stimolato la fantasia di molti, ma la loro esatta ubicazione geografica è stata finalmente risolta grazie a queste nuove scoperte archeologiche. Le Colonne d’Ercole tra Carloforte e Sant’Antioco rappresentano ora il punto storico esatto dove il mondo conosciuto dai Greci antichi terminava, simboleggiando il limite estremo dell’esplorazione umana dell’epoca.

In conclusione, la storia delle Colonne d’Ercole è stata chiarita, dimostrando che la rocca di Gibilterra e il promontorio di Abila in Mauritania non sono i luoghi leggendari di queste celebri colonne. La verità si nasconde tra i suggestivi Faraglioni di Carloforte e Sant’Antioco in Sardegna, un patrimonio culturale e storico che ci connette con il passato e ci aiuta a comprendere la vastità delle conoscenze antiche.

Atlantide, in verde il contorno dell'Isola leggendaria di Atlantide, formata dal blocco sardo-corso semisommerso e dalle sue paleocoste
Atlantide, in verde il contorno dell’Isola leggendaria di Atlantide, formata dal blocco sardo-corso semisommerso e dalle sue paleocoste, chiamate oggi dai geologi “piattaforma continentale sardo corsa”.

Conclusioni: Le Colonne di Carloforte sono un’importante risorsa naturale e culturale dell’Isola di San Pietro. Queste formazioni geologiche, legate alle antiche Colonne d’Ercole, rappresentano una combinazione affascinante di storia, mitologia e scienza. La conservazione e la valorizzazione di quest’area sono fondamentali per preservare la sua bellezza e il suo valore storico e scientifico per le generazioni future. Con ulteriori ricerche e studi, è possibile scoprire ancora di più sulla storia e l’evoluzione di questo incredibile patrimonio naturale.

La scoperta da parte del Professor Giorgio Saba ha diverse conseguenze:

  1. Riscrittura della storia: La localizzazione delle Colonne d’Ercole a Carloforte in Sardegna, anziché a Gibilterra, porta a una riscrittura della storia antica e a una nuova comprensione delle rotte commerciali, delle migrazioni e delle interazioni culturali tra i popoli del Mediterraneo.
  2. Nuove ricerche: La scoperta potrebbe stimolare ulteriori ricerche archeologiche, storiche e geologiche nella regione per approfondire la conoscenza del passato e comprendere meglio il contesto in cui si è sviluppata la civiltà antica.
  3. Turismo: La localizzazione delle Colonne d’Ercole a Carloforte potrebbe aumentare l’interesse turistico per la regione e portare a un aumento del flusso di visitatori interessati a scoprire questo sito storico e mitologico.
  4. Conservazione: La scoperta potrebbe portare a un maggiore impegno per la conservazione delle Colonne di Carloforte e dei siti archeologici circostanti, al fine di preservare questo patrimonio culturale per le generazioni future.
  5. Riconoscimento: La scoperta potrebbe portare a un maggiore riconoscimento internazionale per il Professor Giorgio Saba e per il suo lavoro di ricerca, nonché per la Sardegna come luogo di importanza storica e culturale.
Erodoto conferma che la capitale di Atlantide è il Sulcis nell'attuale Sardegna
Erodoto conferma che la capitale di Atlantide è il Sulcis nell’attuale Sardegna

Le Colonne d’Ercole esistono ancora oggi, sono chiamate: “Faraglione località le antiche Colonne” e si trovano tra Carloforte e S. Antioco. Sono visibili in questa fotografia:

https://images.placesonline.com/photos/98665_carloforte_colonne_carloforte.jpg?quality=80&w=700

La localizzazione definitiva del Lago Tritonide

E’ più facile mostrarne la posizione che scriverlo… è però necessario ricordare cosa dice Erodoto:

i Monti del Sulcis sono i Monti di Atlante di Erodoto, Storie IV;
l’Oceano Atlantico è l’Oceano dell’Isola di Atlantide, che noi oggi chiamiamo Blocco Geologico Sardo Corso;
il Giardino delle Esperidi è collocato nel mezzo, ossia a Frutti d’Oro di Capoterra (Caput Terræ);

ora, nel sud della Sardegna attuale, esiste il Lago Tritonide ancora oggi:

 

Noi Esseri Umani abbiamo l’incredibile dono di incasinare tutto.

Mentre gli antichi, nella loro intelligenza, vedevano un unico grande lago, noi oggi l’abbiamo diviso in sotto-unità: la parte che confina a Capoterra l’abbiamo chiamato Stagno di Capoterra; un altro sottoinsieme l’abbiamo chiamato Stagno di Conti Vecchi; un altro sottoinsieme l’abbiamo chiamato Laguna di Santa Gilla.

Le Amazzoni di Mirina costruirono una città in mezzo al Lago Tritonide. Oggi tale città è chiamata Cagliari.
Le Amazzoni di Mirina costruirono una città in mezzo al Lago Tritonide. Oggi tale città è chiamata Cagliari.

In questo modo, oggi, gli studiosi che cercano il Lago Tritonide ovunque nel mondo, trovano qui tre stagni, e ovviamente pensano: “Questo non può essere il Lago Tritonide perché altrimenti gli antichi avrebbero segnalato la presenza di TRE LAGHI”. Invece, i tre laghi oggi sono solo immaginari, perché nella realtà si tratta di un unico grande lago, il Lago Tritonide.

La presenza di una Colonia di Amazzoni sul Lago Tritonide di Cagliari

Adesso ritorniamo alle fonti storiche.

Le fonti dicono che ad Atlantide, che ora sappiamo essere il Blocco Geologico Sardo-Corso semi-sommerso come affermato da Sonchis di Sais a Solone, e poi riportato nel Timeo e Crizia e nel precedente testo di Erodoto, ossia Storie IV, che tratta del popolo degli Atlanti, chiamati anche Ataranti, chiamati anche oggi Atlantidei (vedete? Abbiamo il dono di incasinare tutto: perché usare 40 nomi differenti per indicare sempre i Sardo Corsi?), era presente una Colonia di Amazzoni, donne guerriere.

Questo significa che a Cagliari e Provincia, esistono da qualche parte i resti di una colonia di Amazzoni.

Io credo addirittura di avere un’idea relativa al genoma di queste donne guerriere, ma questa è un’altra storia che non riesco a fare nel breve spazio a margine di questa pagina. Magari ve la racconterò un’altra volta.

La Provincia di Cagliari era chiamata da Erodoto LIBIA

L’insieme degli stagni di Cagliari, Capoterra, Assemini, Elmas, Quartu, incluso Santa Gilla, Stagno Conti Vecchi, Stagno di Capoterra, formano quello che era chiamato Lago Tritonide nella località della Libia, ossia l’attuale Provincia di Cagliari.

Ulteriore conseguenza: quando Platone in Timeo e Crizia scrive che Atlantide era più grande della Libia e dell’Asia messe insieme, non sta parlando dell’attuale Libia africana, ma della Libia di Erodoto, cioè la provincia di Cagliari. Al momento attuale non sono ancora stato in grado di trovare le prove scientifiche per delimitare il contorno della Libia erodotea, per cui non ho idea di quale fosse la reale estensione libica in Sardegna. Ma questo conferma ciò che è stato detto su Atlantide: siccome la “Libia” di Erodoto è la zona di Cagliari, essa è implicitamente un sottoinsieme del blocco sardo-corso, per cui è vero che Atlantide è più grande della Libia erodotea.

Facciamo chiarezza: fino ad oggi sui libri di tutto il mondo c’è scritto che la Libia è in Africa. Questa informazione è falsa. La Libia citata da Erodoto è il territorio dell’attuale Provincia di Cagliari in Sardegna: quando Sonchis di Sais afferma che Atlantide è più grande della Libia e dell’Asia, sta parlando di questa Libia, non di quella che noi oggi conosciamo in Africa.

La Libia di Erodoto è la provincia di Cagliari
La Libia di Erodoto è la provincia di Cagliari

Le dichiarazioni del leggendario Sonchis erano vere. Da questi fatti deriva una nuova scoperta: Il sommo sacerdote Sonchis di Sais non è un figura solo mitologica: è esistito realmente e ha davvero raccontato la storia del blocco sardo-corso-atlantideo a Solone.

Negli ultimi due anni circa ho teorizzato un cambio di paradigma scientifico, che ho chiamato: il paradigma sardo-corso-atlantideo. Al momento attuale, tutto sembra spingere verso la conferma di questo paradigma. Tutti i dati in nostro possesso sembrano convergere verso la conferma che Atlantide sia il blocco geologico sardo corso semisommerso, e la sua capitale il Sulcis nell’attuale Sardegna.

Sappiate però che mi sento molto stanco: questi argomenti normalmente non mi interessano, vorrei occuparmi di altro nella vita. Tuttavia, sento il dovere morale di sacrificarmi per rendere pubbliche queste informazioni che ho appreso, per permettere ad altre persone di compiere ulteriori balzi in avanti con lo scibile umano. So anche che rendere pubbliche queste informazioni avrà molti tipi di conseguenze, positive e negative.

 

Fino ad oggi la cartografia della Libia Erodotea è stata sbagliata: la Liibia è la provincia di Cagliari
Fino ad oggi la cartografia della Libia Erodotea è stata sbagliata: la Libia è la provincia di Cagliari