• Sab. Lug 27th, 2024

Atlantis is real: Official discovery of Atlantis, language and migrations

Atlantis is the Sardo Corso Graben Horst underwater continental block submerged by the Meltwater Pulses and destroyed by a subduction zone, Capital is Sulcis

Version 228 Découverte de l'Ile de l'Atlantide, du Jardin des Hespérides, des Colonnes d'Hercule, du Lac Tritonide, des GorgonesVersion 228 Découverte de l'Ile de l'Atlantide, du Jardin des Hespérides, des Colonnes d'Hercule, du Lac Tritonide, des Gorgones
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Toponomastica sardo corso atlantidea relativa a Capoterra: sono Luigi Usai, e ho avuto una folgorazione sulla via di Damasco: Capoterra, nome di località sarda in provincia di Cagliari, deriva dal sardo antico Cabuderra (per essere più precisi, probabilmente andrebbe scritto caputerra ma pronunciato “cabuderra” in sardo campidanese o sardo sulcitano; rimando ai linguisti per maggiori dettagli e maggior precisione). In seguito, la lingua latina, che anche secondo me deriva dalla lingua sarda (come affermano alcuni autori come Bartolomeo Porcheddu), ha tradotto caput terræ, ossia il “capo della terra”: mi è subito parso chiaro che il significato semantico di tali parole sia “estremo confine conosciuto delle terre”, limite estremo delle terre conosciute, prima di finire nel nulla dello sconosciuto. In pratica per i Greci antichi che eseguivano navigazioni seguendo le coste, Capoterra era il limite della terra conosciuta. Dunque è da collocarsi a Frutti d’Oro di Capoterra il mitologico, mitico, favoloso Giardino delle Esperidi.

In seguito, però, quando i Greci conobbero le coste della Sardegna meridionale, spostarono il limite estremo del mondo alle Colonne di Carloforte, che vennero chiamate Colonne d’Ercole: oltre Carloforte, avevano il terrore di avventurarsi in quello che ancora chiamavano Oceano Atlantico, perché non potevano fare navigazione costiera al centro dell’attuale Mar Mediterraneo: in caso di affondamento, quindi, sarebbero incorsi in morte certa per annegamento o mangiati dai pesci.

Per oltre un mese, questa intuizione mi è sembrata banale, ma dialogando con un’intelligenza artificiale mi sono reso conto che forse si tratta di una scoperta degna di merito e menzione, per cui mi vedo costretto a renderla nuovamente ma stavolta ufficialmente pubblica, nel rispetto del mio lavoro.

Fino ad oggi la cartografia della Libia Erodotea è stata sbagliata: la Libia è la provincia di Cagliari
Fino ad oggi la cartografia della Libia Erodotea è stata sbagliata: la Libia è la provincia di Cagliari

Traduciamo e implichiamo le conseguenze logiche:

per i Greci, il limite estremo delle conoscenze sulle terre ad occidente era Capoterra, il limite estremo delle terre allora conosciute. Nessun libro al mondo riporta questa informazione preziosissima. Ed era proprio in queste terre agli estremi confini del mondo che vi era un giardino dai Frutti D’Oro. Se la toponomastica sarda presenta una località di nome Capoterra, è pazzesco ed incredibile notare che una frazione di Capoterra in provincia di Cagliari si chiami “Frutti D’Oro”. Tutta la toponomastica fa pensare al mito delle Esperidi. In realtà, quand’ero un ragazzino delle superiori, avevo una compagna di classe di Capoterra. Mi era molto simpatica, straordinariamente gentile ed educata, e anche carina. Un giorno le sentii pronunciare la parola “Frutti d’Oro”. Immediatamente ebbi un flash: frutti d’oro l’avevo letto nel mito delle Esperidi, fin da bambino, in libri di miti, saghe e leggende dei miei fratelli ad Assemini.

Ma non avrei mai pensato di aver localizzato il Giardino delle Esperidi. Pensai che fosse solo una semplice coincidenza. Questo Giardino è mitologico, fantastico, fantasioso, inventato, per cui non avrei mai avuto la pretesa di scoprirlo e trovarlo come Heinrich Schliemann aveva scoperto la città mitologica di Troia. Sepolta, nei recessi più profondi della mia mente restava questa informazione, incollata al viso della mia dolce compagna di scuola.

Ma dopo aver imparato interi pezzi di libri in lingua latina, ora Capoterra per me era una derivazione facilissima da fare in modo inconscio. Strano: io di toponomastica non so assolutamente nulla: se sostenessi un esame all’università sulla toponomastica, verrei bocciato in 10 secondi. Qualche tempo fa ho cercato per caso nuovamente il mito delle Esperidi, e mentre leggevo, ho letto che si trovava tra i Monti di Atlante e l’Oceano Atlantico. Io ora so benissimo quali sono i Monti di Atlante, perché Atlante ha ereditato, secondo il paradigma sardo corso atlantideo da me inventato, tutto il Sulcis da Poseidone e Clito dopo la loro morte. E avevo dedotto, implicitamente prima e poi con chiara evidenza, che se Frau (2002) aveva detto il vero e le Colonne d’Ercole erano tra Sicilia e Tunisia, allora l’Oceano Atlantico doveva essere subito dopo le Colonne d’Ercole. Beh, mi ero sbagliato.

L’Oceano Atlantico è PRIMA delle Colonne d’Ercole: è tutto il mare che intornia il blocco sardo corso. Questa affermazione la sto divulgando in vari libri da vari anni. Ma ora ho scoperto che Erodoto nel 4° libro delle Storie parla degli Atlanti. A poco a poco, tutte queste informazioni nuove stratificavano nel mio stato di apprendimento. Un sottoinsieme del Mediterraneo si chiama Oceano Atlantico; Capoterra è l’estremo lembo di terra conosciuto ai Greci antichi, ma non avevo ancora in che secolo siamo. L’unico riferimento è Erodoto: le sue Storie sono state scritte intorno al V secolo Avanti Cristo.

Senza sapere quasi nulla di storia antica, stavo ricostruendo lentamente nel mio cervello un intero libro di storia, stavolta creato da me stesso e dalle mie ipotesi e intuizioni.

Mentre rifletto su questi argomenti, ho un altro flash: da qualche parte avevo visto delle colonne di pietra a Carloforte. Così ho cercato l’immagine online, e mi sono accorto che erano due “STELE”. Almeno dal punto estetico, ci poteva benissimo stare che fossero delle Colonne D’Ercole. Cerco come si chiamano: FARAGLIONE ANTICHE COLONNE. Sono rimasto senza fiato. Abbiamo Caput Terræ, abbiamo Frutti D’Oro, abbiamo Antiche Colonne… e nessuno prima di me sembrava aver capito di cosa si trattasse (ma non sembra essere così). Dopo aver pubblicato le notizie, dormo. Cercando nuovamente online, per vedere se i motori di ricerca e le I.A. avessero indicizzato le informazioni da me pubblicate, scopro che un altro autore aveva nominato le isole di Sant’Antioco e Carloforte, spiegando che distano esattamente la distanza detta da un autore in un testo antico, l’Ora Marittima, che non ho mai letto (per ora). Ora quindi, dovrò acquistare il suo libro e studiarlo per capire esattamente cosa abbia scoperto lui rispetto a ciò che ho scoperto io per via autonoma. Ora potrò documentarmi su questo straordinario autore che non avevo mai sentito prima:
https://www.costasmeralda.it/giorgio-saba-alla-ricerca-di-un-sito-mitologico/

Quindi il mito delle esperidi era vero. I Greci erano arrivati in nave all’estrema terra da loro conosciuta: Capoterra, Frutti D’Oro. Forse in seguito si spinsero un po’ oltre, e vedendo i Faraglioni di Carloforte, li chiamarono “Le Colonne d’Ercole”. La documentazione antica dice che accanto vi era un tempio dedicato ad Ercole: e infatti c’è realmente, come prova scientifica e archeologica: “A Punta del Morto si segnalano i resti di un tempio di età fenicio-punica” (tratto da https://www.sardegnaforeste.it/monumento-naturale/le-colonne-carloforte ).

Per concludere: studiando le Storie di Erodoto al Capitolo IV°, scopriamo che in realtà i Libi di cui parla Erodoto non sono gli abitanti dell’attuale Libia, bensì un’antica popolazione del Campidano e/o del Sulcis in Sardegna.  Oltre ai Libi, in Sardegna, nel Campidano o nel Sulcis vivevano anche gli Ausei ed i Maclei e vari altri popoli: potrebbe essere che i Sassaresi o i Nuoresi siano uno di questi popoli? Quanto tempo occorrerà per scoprirlo?

Si aprono ora nuove frontiere della conoscenza, dove abbiamo ora tantissimo materiale da scoprire. Supponiamo per un attimo che sia tutto sbagliato e che io stia delirando: tuttavia riordinare le conoscenze attuali secondo il mio schema potenzialmente sbagliato può aiutare i lettori e gli studenti e studiosi a memorizzare tutto l’insieme dei dati antichi, che diversamente possono essere noiosissimi e faticosi da sedimentare. Ritengo che anche se io sbagliassi, vale la pena di tentare questa nuova disposizione “creativa” dei dati, per facilitarne la memorizzazione.

Ad esempio, Erodoto parla di vari “monti di sale” nelle Storie, quando parla della Libia. In sardegna sono presenti le Saline di Carloforte: ivi poteva esservi un monte di sale, e forse, se non ricordo male, c’è ancora oggi, figuriamoci 2500 anni fa circa al tempo di Erodoto! Ma Erodoto cita anche un secondo Monte di Sale, nel quale chi abitava realizzava le proprie case con dei pezzi di sale. Supponiamo che io abbia sbagliato tutte le mie affermazioni. Eppure è curioso che esista proprio nel punto descritto da Erodoto un paese sardo che si chiama “Perd’e Sali”, che in sardo campidanese e sulcitano significa Pietra di Sale, che sembra essere proprio un modo di chiamare un Monte di Sale! Mi si può accusare di essermi inventato tutta questa teoria, ma chi è che può accusarmi di essere stato io a mettere il nome al paese sardo di Perd’e Sali? Una coincidenza è possibile, dieci pure, ma 200 coincidenze cominciano ad essere un pochino troppe…

Leggendo Erodoto scopriamo che proprio qui vi era il lago Tritonide, che ora sembra essere l’unico immenso acquitrino presente a Cagliari, oggi frazionato virtualmente in molte sottounità, chiamate laguna di Santa Gilla, Molentargius, Stagno di Capoterra, Stagno di Conti Vecchi, Stagno di Cagliari… ma in realtà si tratta sempre del Lago Tritonide nominato dagli Antichi.

Quindi nell’antichità il termine linguistico “Tritone” designava quello che oggi chiamiamo Cagliaritano o Campidanese o Sulcitano.

I Monti del Sulcis sono chiamati da Erodoto Monti di Atlante. Al centro di questi monti vi è un’altro monte, che probabilmente è quello del mito di Atlantide dove Poseidone e Clito abitarono, nella capitale circondata di anelli di terra e d’acqua.

Ora passiamo al Corano, il testo sacro degli Islamici: il Corano parla di una località chiamata “Iram of the Pillars”. E’ possibile che questo fosse uno dei nomi con cui era nota questa località. ossia il Faraglione Antiche Colonne di Carloforte in Sardegna. Tuttavia, questo è uno spunto di ricerca, un inizio, non una conclusione, per cui se qualche studioso vuole buttarsi a capofitto per fare tutte le controverifiche necessarie ad accertare la validità di questa tesi, è il benvenuto.

Queste informazioni, qui brevemente raccolte, aprono un universo di possibilità per i ricercatori. Ora sarà necessario rileggere daccapo tutti i testi antichi e rimettere al loro posto migliaia di informazioni che fino ad ora erano errate, ad esempio, primo fra tutti, il fatto che le Colonne d’Ercole non si trovavano a Gibilterra ma tra Carloforte e Sant’Antioco in Sardegna.

Ulteriori spunti: il Re di Tiro, Hiram, intorno al X secolo avanti cristo, fece realizzare un ponte tra due isole e vi fece sistemare la Città di Tiro, nota nella Bibbia insieme a Sidone; una moneta dell’epoca mostra due promontori o due isole: bene, secondo la mia interpretazione sono proprio la rappresentazione simbolica di Carloforte e Sant’Antioco, che allora avevano probabilmente altri nomi, ad esempi Calpe e Abila, i nomi che poi sono stati dati, forse erroneamente, ai promontori immaginari posti ai lati delle “Colonne d’Ercole” di Gibilterra.

 

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3207 Toponimi sardi iniziano per Funt (“funti” o “funtana” in sardo significa “fontana” in italiano).

Cognomi sardi che sono anche nomi di paesi, città e località geografiche.
Prima di leggere questo articolo, è bene studiare l’ottimo articolo alla pagina:
https://www.inliberta.it/piu-antichi-cognomi-sardi/

che permette una visione ampia sui cognomi sardi e che può suggerire una nascita paleolitica o neolitica di questi cognomi.

L’isola di Atlantide è descritta come “ricca di acque“. Ho pensato, a bruciapelo, di cercare i toponimi sardi che contengono la parola Funt (in sardo una “Fonte” si può chiamare “Funtana”).

Alla pagina:

https://www.sardegnageoportale.it/webgis/ricercatoponimi/search

ci sono 3 campi di inserimento testo: Toponimo, Comune e Tipo.

Alla voce Toponimo ho inserito le lettere Funt, in modo tale da ottenere tutte le parole che iniziano in questo modo; solitamente sono parole come Funti oppure Funtana, ossia fonte, in sardo campidanese.

Si ottengono 3207 toponimi già in questo modo, senza fare nessun’altra ricerca. Direi che 3207 toponimi, a distanza di 11.000 anni dall’affondamento di Atlantide, possano essere già una buona garanzia di veridicità di quanto affermato da Platone in Timeo e Crizia, sul fatto che il blocco sardo corso atlantideo fosse “ricco di acque”: Sassari, Thatari e Serramanna, altri 3 toponimi, significano “ricca di acque” (si vedano a tal proposito i lavori del Prof. Salvatore Dedola).

Nel blocco sardo-corso la toponomastica, utilissima agli archeologi, richiama chiaramente le fonti d’acqua calda e fredda poste secondo il racconto platonico nell’Isola di Atlantide da Poseidone: esistono delle frazioni di paesi chiamate “Acquacadda” (Acqua Calda, in lingua sarda campidanese), S’acqua callenti de basciu (L’Acqua calda di sotto, in sardo campidanese) e S’Acqua Callenti de Susu (L’Acqua calda di sopra, in dialetto sardo campidanese), mentre nel vicino paese di Siliqua è presente ancora oggi la fonte d’acqua fredda di Zinnigas; a Siliqua il “Castello d’Acquafredda“. Insomma, persino la toponomastica richiama il mito platonico. Inoltre, Solone ascoltò il racconto nella città egizia di Sais, e Sais è un cognome sardo, e la Sardegna è un’altopiano emerso del sommerso blocco geologico sardo corso, quindi ancora tutto calza alla perfezione. Sais, oltre essere un cognome appartenente al territorio sardo-corso, è anche il nome di una frazione geografica vicino a Narcao: località di Is Sais inferiore e Is Sais superiore di Narcao (SU), nel Sulcis nell’attuale Sardegna. La toponomastica si ripresenta in maniera apparentemente corretta, e proprio negli stessi punti geografici (il Sulcis, nell’attuale Sardegna) dove la toponomastica richiama le fonti poste da Poseidone. E curiosamente, sempre nel Sulcis, vi è una località chiamata Piscinas (si capisce anche in italiano)… altra toponomastica che ricorda il tema dell’acqua o degli allagamenti. Mentre in relazione alla toponomastica egizia, troviamo una località chiamata “Terresoli” (Terra del Sole, in dialetto sardo campidanese) che ci ricorda molto da vicino Heliopolis (Città del Sole). Siccome il Sulcis “s’esti furriau”, hanno chiamato una frazione “Furriadroxiu“; siccome molta gente è morta o si è ferita gravemente, l’hanno chiamato “Spistiddatroxiu“. Vicino a Barbusi, nei pressi di Carbonia in Sardegna, vi è Acqua Callentis (acqua calda in sardo) e Caput Acquas. Inoltre, esiste una frazione detta Su Peppi Mereu ed esistono faraoni egizi chiamati Pepi I e Pepi II (in sardo Pepi è il diminutivo di Giuseppe).

Mandas è un cognome sardo e una località sarda.
Nora è una località sarda e Nora è un nome femminile.
Lidia
è una località e Lidia è un nome femminile (La Lidia (endonimo: Śfard; in greco: Λυδία; in assiro: Luddu; in lingua ebraica: Lûdîm) è un’antica regione storica, ossia una località)
ulteriore conferma delle mie affermazioni: la città di Sardi o Sardis o Sardes (in lidio 𐤳𐤱𐤠𐤭𐤣, traslitterato Sfardantico greco Σάρδεις, traslitterato Sárdeisantico persiano Sparda) era un’antica città dell’Asia Minore (oggi Turchia) che divenne capitale del regno di Lidia nel VII secolo a.C.
Ripeto: la città di Sardi divenne capitale della Lidia.
Solinas è un cognome sardo e una località: Spiaggia Is Solinas.
Solanas è una località sarda e un cognome, stavolta spagnolo, probabilmente ad indicare migrazioni sardocorse in Spagna nell’antichità.
Bonnanaro è un cognome e Bonnanaro è una località in provincia di Sassari.
Tunis è un cognome sardo ed è una località (Tunisi, in Tunisia).
Zara è un cognome sardo ed è una località (Zara in Croazia).
Olianas è un cognome sardo ed Oliena è una località sarda, che in sardo si chiama Oliana.
Ruggiu è un cognome sardo e Monte Ruggiu è una località.
Scano è un cognome sardo, Scano Montiferru è una località.
Pirastru è un cognome sardo, Porto Pirastru è una località.
Mattana è un cognome sardo, Mattan I e Mattan II sono sovrani Fenici.
Milia è un cognome sardo e El Milia è una località in Algeria e Miliana una località in Algeria.
Iunius Silanus è un cognome e Silanus è una località sarda ancora esistente; esiste poi una strana somiglianza tra l’etimologia di Silanus (un paese sardo la cui etimologia significa: boschivo, dei boschi) e la figura mitologica del Sileno (tratto da wikipedia –> I Sileni (anche Silenoi) sono figure della mitologia greca, divinità minori dei boschi, di natura selvaggia e lasciva –> probabilmente erano i Sardi che abitavano Silanus, da cui presero il nome).
Siddi è un cognome sardo e Siddi è una località in Sardegna.
Pistis è un cognome sardo e Pistis è una località in Sardegna. Nella religione greca Pistis (Πίστις) è la personificazione della buona fede e dell’affidabilità. Oltre a Pistis, esiste almeno un secondo nome di località greco: Musei, altra località sarda. La mia prima ipotesi a bruciapelo è che forse è stata chiamata così dagli Iolei, ma questa è ancora un’ipotesi puramente teorico-speculativa senza solide basi scientifiche. In Sardegna ci sono alcune località con nomi di origine greca. Ad esempio, c’è un’antica città chiamata Neapolis (in greco: Νεάπολις; in sardo: Nàbui), che significa “città nuova”1Era una delle più importanti località dell’isola, situata sulla costa occidentale, all’estremità meridionale del golfo di Oristano, nell’attuale località di Santa Maria di Nàbui, nel comune di Guspini, provincia del Sud Sardegna1. Quindi adesso abbiamo almeno tre località sarde con nome greco: Neapolis, Pistis e Musei. La cosa comincia a farsi interessante.
Murgia è un cognome sardo e “Le Murge” sono una subregione appulo-lucana.
Sanna è un cognome sardo ed il Sannio è una località storica antica e i Sanniti il popolo che lo abitava: questa però può essere una coincidenza. Tuttavia, tutte queste strane “coincidenze” devono indurre a fare nuove analisi, a ripensare il passato e a cercare di motivare queste strane decine e decine e decine di coincidenze.

Secondo nuove ricerche, Libia è una regione della Sardegna del V secolo avanti Cristo e Libia è una regione con cui oggi si designa il Nord Africa: sono necessari ulteriori studi per capire cosa sia accaduto. Erodoto afferma nelle Storie che la regione della Libia prese il nome da una donna. Ma in Sardegna questo è accaduto anche con la città di Nora e molte altre: potrebbe non essere una coincidenza ma proprio un modo di dare i nomi alle antiche città sarde; se effettivamente la Sardegna era una terra matriarcale, e se realmente il Lago Tritonide si trova nell’attuale provincia di Cagliari e li vivevano le Amazzoni, una notissima civiltà matriarcale, allora Libia, Lidia, Nora, potrebbero essere antichi nomi di Amazzoni o di antiche Regine; una provocazione intellettuale può essere allora immaginare che la Dama di Elche non sia altro che una delle Regine Amazzoni sarde. Naturalmente, in questo sito web lo scrivente Luigi Usai si permette di fare speculazioni teoriche e di mischiarle alle sue ricerche, per permettere ad altri studiosi nuove vie di ricerca e di intuizione. Leggendo queste righe è possibile avere degli INSIGHTS che consentano nuove piste di ricerca scientifica corretta. Buona Ricerca.

La somiglianza tra Orosei in Sardegna e Ortisei in Trentino andrebbe analizzata e studiata con più calma: non è detto che si tratti solo di una coincidenza.

Fatte tutte queste premesse, non è difficile rendersi conto che:

Saba è un cognome, la Regina di Saba sembra regina di una città chiamata Saba come il cognome sardo…
Troia
è un cognome, Troja è un cognome, e Troia è una località in provincia di Foggia e Troia è la famosa città mitologica… a questo punto verrebbe da supporre che Troia fosse una città sardo-corsa. A confermare questa ipotesi vengono anche le mura di Troia, realizzate per cerchi concentrici; viene il fatto che esistono i Sardi Ilenses Troes e l’altro nome di Troia è Ilio (Troes-Ilienses sono una tribù sarda)…

Altra anomalia da tenere presente è la presenza di:
Gonnosfanadiga
Gonnos
Gonnoscodina
Gonnostramatza
Altra anomalia toponimica: la presenza di Biddanoa (Bidda noa significa, in sardo, Città nuova o Paese nuovo, Villanuova o Villanova, in lingua sarda); e la strana insistenza del termine tradotto villanova ovunque si trovino contatti con la cultura sardocorsa:
la Cultura Villanoviana è una facies che ha dato origine agli Etruschi, prende il nome dal paese di Villanova; secondo la mia teoria, i Villanoviani erano antichissime migrazioni sardo-corse, ecco perché sul fondo del lago di Bolsena è stato ritrovato in seguito un bronzetto nuragico dentro una abitazione Villanoviana sommersa; a Cagliari il quartiere Villanova, ma può essere una coincidenza, perché se non erro la nomenclatura ha origini medievali e non so perché sia stato chiamato così; a Villanova di Guidonia (Roma) si trova il Teatro Marittimo di Adriano, noto come Villa Adriana: essa è costruita a cerchi concentrici come la capitale di Atlantide, proprio in una località chiamata Villanova; in Sardegna esisteva una Neapolis, nella zona di Oristano, e Neapolis è il nome di Napoli, e Nea Polis significa appunto città nuova, in stile sardo corso atlantideo.

Altre stranezze linguistiche: l’uso insistente sardo-corso dei dittonghi nella toponomastica:

col dittongo “ei”: Orosei, Baunei, Bultei, Burcei, Furtei, Gergei, Urzulei, Lanusei, Lei, Musei, Pauli Arbarei, Pèifugas, Costa Rei, San Niccolò Gerrei, Triei, Mara Arbarèi tutte località che finiscono col dittongo “ei”;

col dittongo “ai”: Allai, Paizé, Gairu, Ollollai, Illorai, Lotzorai, Masainas, Olzai, Onifai, Samatzai, Ulassai, Ussassai, La Trinitài e Vignòla,Villagrande Strisaili;

col dittongo “oi”: Gavoi, Jaròi/Geròni, Loiri Porto San Paolo, Mammoiada;

col dittongo “au”: Ardauli, Austis, Ballau, Bauladu, Baunei, Giaùni/Jaùni,  Lòiri Poltu Santu Pàulu, Paùli, Narcàu, Lu Palàu, Paùli Arbarèi, Pàu, Pàulle, Paùli Gerrèi/Pàùli Xrexèi, Santu Sparàu, Tempio Pausania,

Gonnosfanadiga, Gonnosnò, Gonnoscodina, Gonnostramatza, tutte località che contengono il suffisso Gonnos;

 

Alcuni di questi fatti potrebbero essere coincidenze.

Attenzione: questo sito contiene ricerche sperimentali di un non professionista, per cui possono essere presenti errori logici o di metodo nella ricerca. Gli scienziati saranno in grado di scremare gli errori dalle informazioni corrette. Ciò che importa sono le possibili informazioni utili che ne possono derivare.

Nomi di città/paesi/frazioni che necessitano di essere analizzati più seriamente:

a Teulada in Sardegna corrisponde Teulada in Spagna

a Aritzo in Sardegna corrisponde Aritzu nei paesi Baschi

a Monastir in Sardegna corrisponde Monastir in Tunisia

a Orani in Sardegna corrisponde Orano in Algeria

a Pula in Sardegna corrisponde Pula nella ex Yugoslavia

a Palau in Sardegna corrisponde Palau, provincia di Lleida in Spagna, e Palau in Micronesia

a Sa Baronia in Sardegna corrisponde La Baronia de Rialb, 25747, Provincia di Lleida, Spagna; ma corrisponde anche Sa Baronia situata nella Sierra de Tramuntana, dichiarata Patrimonio dell’Umanità, a soli 25 km da Palma di Maiorca.

a Teti in Sardegna corrisponde il Mar Tetide, il Titano Tetide figlio di Urano e Gea e un Faraone chiamato Teti

a Sa Portedda nel Sulcis corrisponde La Portella in Catalogna, Spagna

a Menfi in Sicilia corrisponde una seconda Menfi in Sicilia e una Menfi in Egitto

ad Amarnas in Algeria corrisponde Amarna in Egitto, nome moderno di Akhetaton, città di Akhenaton

a Gadeiros, fratello del sulcitano Atlante e figlio di Poseidone e Clito, corrisponde  Gadir (Cadice) corrisponde Gadir in Marocco, Agadir in Marocco, Porto di Gadir a Pantelleria, Baia di Ghadira a Malta; inoltre, ora capiamo perché Platone parli della regione Gadirica di fronte alle Colonne d’Ercole: probabilmente la Gadirica era la regione nei pressi dell’attuale Villasimius, ma questo è tutto da verificare

a Caroddi in Sardegna corrisponde Cariddi in Sicilia

a Pompu corrisponde Pompei in Italia e Pohnpei in Micronesia

a Umbria in Italia corrisponde Regno di Northumbria in Inghilterra

all’Anglona in Sardegna corrisponde l’Anglia e l’Angleterre, terra degli Angli

alla Gallura corrisponde la Gallia, Gallipoli, il Galles ed il cognome Gallus (probabilmente molte sono solo coincidenze linguistiche; tuttavia vale la pena approfondire e magari smentire queste somiglianze in maniera scientifica)

a Bithia corrisponde la Bithinia

a Olbia in Sardegna corrispondeva Olbia in Egitto, è citata nei libri di storia antica: Olbia o Arsinoe ( in greco : Ἀρσινόη ) è un’antica città della Regione Troglodytica, situata sulla costa occidentale del Mar Rosso tra Philoteras ( Quseir o Kosseir) e Myos Hormos. oltre ad Olbia in Sardegna esiste Olbia Pontica (in greco anticoὈλβία Ποντική), nota anche come Borysthenes (in greco anticoΒορυσθένηςBorysthénēs)[1] e Ol’vija (in ucrainoОльвія?) è stata una colonia grecomilesia sorta sulle rive del Mar Nero alla foce del Bug Orientale, nell’Ucraina meridionale.

ad Alguier (Alghero) corrisponde Algeri

a Bari corrisponde Bari Sardo in Sardegna

a Meana corrisponde Meana Sardo in Sardegna

a Prato corrisponde Prato Sardo in Sardegna

a Riola corrisponde Riola Sardo in Sardegna

Neapolis (in greco: Νεάπολις; in sardo: Nabui) ovvero “nuova città”, fu un’antica città della Sardegna corrisponde Neapolis, antico nome di Napoli in Italia

alla località Tempio-Ampurias, Spiaggia di Ampurias, corrisponde in Spagna Empúries, 17130, Provincia di Girona, Spagna, chiamata in spagnolo Ampurias.

al cognome Pau, frequentissimo e forse originario del Sulcis, corrisponde la località sarda Pau, la località francese Pau, la località spagnola Pau e una seconda località spagnola Santa Pau;

Località Pau in Sardegna, in Francia e in Spagna
Località Pau in Sardegna, in Francia e in Spagna

qualcuno potrebbe arrivare addirittura a notare che, mentre nella lingua francese il dittongo “au” si legge “o”, e quindi Pau in francese è letto “Pò”, esiste una pronuncia occitana, che come presente in Wikipedia alla voce Pau_(Francia), si pronuncia esattamente Pau, come in lingua sarda, confermando almeno parzialmente le mie affermazioni. Sarebbe interessante fare uno studio sull’Occitano, per vedere se possano esistere collegamenti con le lingue ed i dialetti del blocco sardo-corso-atlantideo, come accade anche con la lingua Corsa, Basca, Siciliana, Rumena e molte altre;

Caria è un cognome sardo a cui corrisponde la Caria, che era una regione storica nell’ovest dell’Anatolia;

Solanas è una località sarda e Solanas è un cognome sia sardo che spagnolo:

Solanas è un cognome spagnolo . Le persone importanti con il cognome includono:

(tratto da https://en.wikipedia.org/wiki/Solanas_(surname)  )

forse queste non sono delle coincidenze. Occorre innanzitutto risalire ai primi toponimi originari, per capire se sono stati cambiati di recente o se siano antichi o quelli originari. Propongo di studiare queste corrispondenze: che il nome abbia a che vedere con una sorta di dominio diretto, colonizzazione o relazione di qualche tipo, è ancora da dimostrare ufficialmente con prove più robuste.

 

Abbiamo visto il cognome Sais, il cognome Pau, ma anche il cognome Usai è interessante: esiste a Bologna la Mummia Usai, che dimostra i contatti tra la popolazione sardo-corso-atlantidea e l’antico Egitto.  Infatti, Usai  è un cognome esclusivamente sardo-corso-atlantideo: in tutto il mondo, chi si chiama Usai è di origini sardo-corse-atlantidee. Uras è un cognome sardo, paese sardo e Divinità Sumera. Cabras è un cognome sardo, Cabras è un paese sardo e a Cabras hanno trovato i Giganti di Mont’E Prama, e “cabras” in sardo significa “capre”, che è un termine che probabilmente è nato nel paleolitico o nel neolitico, in quanto le capre segnavano decisamente il passaggio da cacciatori ad allevatori ed agricoltori. Sinis è un cognome e Sinis è una località. Piras è un cognome e Piras è una località. Con la mummia Usai abbiamo la presenza di cognomi sardo-corsi nell’Antico Egitto, e questo dovrebbe fare riflettere. E’ difficile spiegare in poche parole, lo farò in altro contesto: i Sumeri, gli Accadici e i Babilonesi, con altissima probabilità, erano migrazioni sardo-corso-atlantidee in tempi che gli scienziati adesso dovranno ricalcolare in base alle nuove scoperte. Sarà difficile e meraviglioso, dover riprendere tutti i testi daccapo e cercare di raccapezzarci. Posso però darvi alcuni insights: probabilmente esistono dei legami tra il cognome sardo Cadelanu, Candelanu e Kandalanu, un re neobabilonese; tra il paese di Sarroch in Sardegna e Dur-Šarrukin di Ninive; queste scoperte aprono le porte ad un nuovo tipo di approccio con la cultura sumerica e mesopotamica in genere. Gli dei della mitologia Sumera erano dei minatori… e proprio il Sulcis ha la miniera più antica in Italia e forse in Europa: se fornisce ancora risorse adesso, come doveva essere 11.000 anni fa? 
Adesso: se uno scienziato avesse intenzioni serie, potrebbe, partendo dalle mie osservazioni, fare ulteriori ricerche. In questo modo a poco a poco magari verrà fuori che dalla città di Teti in Sardegna venne fuori il Faraone Teti della VI dinastia che regnò in Egitto… Ci si renderà forse conto che due Faraoni si chiamano Pepi I e Pepi II: ma Pepi o Peppi in Sardegna è il diminutivo di Giuseppi, ossia Giuseppe (può essere una semplice coincidenza). Ancora oggi in Sardegna le persone che si chiamano Giuseppe vengono soprannominate Pepi per dimostrare affetto, familiarità ed amicizia.
Ci si potrebbe accorgere che i sardocorsoatlantidei assegnavano spesso lo stesso nome a varie città, per cui abbiamo due località chiamate Menfi in Sicilia e abbiamo l’antica Menfi in Egitto… abbiamo Akrotiri a Cipro e Akrotiri a Santorini; Gadir (Cadice) in Spagna ha il corrispettivo Porticciolo di Gadir a Pantelleria, e Gadir ed Agadir in Marocco, perché i nomi di alcuni paesini e località portuali sono sardocorsoatlantidei. Si spiegherebbe perché esiste l’Umbria e in Inghilterra esiste il Regno di Northumbria. Murgia è un cognome sardo e “le Murgie o la Murgia” è una località italiana.

 

Fare questo tipo di ricerche richiede tempo e pazienza, non è una cosa semplice. Ma io spero di avervi dato un ottimo input di partenza, che vi possa facilitare il lavoro.

Ecco alcuni esempi che potrebbero aprire nuovi spunti di ricerca totalmente innovativi e, credo, forse mai esplorati prima:

  1. Sardi Maurreddus della Maurreddanìa in Mauretania ed in Mauritania;
  2. Sardi Maltamonenses a Malta;
  3. Sardi Galillenses in Galilea; si veda a tal proposito l’articolo qui presente; il commento di Bartolomeo Porcheddu; ormai è noto anche agli archeologi che sul Monte Carmelo è stata scoperta e dissotterrata un’intera città sarda risalente almeno tra il XII e l’XI secolo a.C.;
  4. Sardi Patuanenses Campani in Campania;
  5. Sardi Beronicenses  sembrano collegati coi Veronicenses poi Veronienses, passando attraverso la toscana Etrusca;
  6. Sardi Ilienses-Troes sembrano i fondatori di Ilio-Troia, ecco perché Ilio, ossia la città di Troia, era realizzata tramite cerchi concentrici. Rappresentavano i Solchi Sacri del Sulcis (Sulcus, Sulci, ablativo locativo latino in Sulcis, da tradurre come “Il luogo dei Solchi” [Tracciati da Poseidone attorno alla collina dove abitava la moglie Clito]);
  7. Sardi della Gallura sembrano essere collegati con la Gallia;
  8. I Sardi Balares probabilmente erano i dominatori delle Baleares (Isole Baleari);
  9. I Sardi di Laconi hanno possedevano la Laconia in Grecia;
  10. Inoltre, le religioni Sumere e Mesopotamiche sono farcite di termini, cognomi e nomi sardi: questo fatto dovrebbe fare riflettere.
    Uras, cognome sardo, nome di divinità Sumera;
    Kadelanu, cognome sardo, diventa il nome di un Re Mesopotamico Kandelanu;
    Sarroch, nome di paese, diventa Re Sarrukkin in Mesopotamia;
    S’iskuru, modo di dire sardo, in Mesopotamia è il dio Iskur;
    Samassi, paese sardo, è il dio Sumero Samas;
    Uta, paese sardo, è il dio Utu;
    Sinnai, paese sardo, è il dio Mesopotamico Sin-Nanna;
    Forse dovremmo cominciare a farci mille domande da nuovi punti di vista.
    A mio avviso è ormai necessaria una totale revisione delle fonti storiche, geografiche, geologiche, commerciali, costruttive… dal mio punto di vista è necessario un cambio di paradigma immediato e deciso: il Paradigma Sardo Corso Atlantideo.

Ulteriore stranezza dei cognomi sardi: sembrano essere molto antichi ed avere funzione deittica, basti dire che alcuni sono “Pani” e “Casu”, “pane” e “formaggio”; “Boi” bue; e il toro era sacro agli atlantidei. Anche questa può essere una pista di ricerca: forse i cognomi sono nati nel paleolitico o nel neolitico nel blocco geologico sardo-corso? Questo potrebbe spiegare perché molti cognomi attualmente esistenti rappresentino ideofonicamente dei concetti: pane, formaggio, bue, corvo (Pani, Casu, Boi, Crobu), con un rapporto di 1:1 con la realtà, ossia ad ogni cognome corrisponde un oggetto reale esistente.

Iside è la madre di Horo (Horus, Oro) nella mitologia egizia. In Sardegna è presente proprio nel Sulcis la località Isidoro (Iside + Oro), terminologia che aveva valenza religiosa. Con l’avvento della religione cristiana, nel tentativo di convertire i Sardi alla nuova religione, si è fatto tutto il possibile per riportare questi termini al cristianesimo, per cui si è cominciato ad associare la terminologia arcaica Isidoro alla figura di un santo, Sant’Isidoro. Ora questo passaggio può essere ben chiaro agli occhi del lettore.

In Sardegna infatti, sono state trovate antichissime rappresentazioni di Iside e di Oro (Horo, Horus), che gli archeologi in genere hanno sempre riportato alla cultura egizia, capovolgendo i fatti reali, come cercherò di mostrare in tutti i ragionamenti di questo sito web. Iside e Horo erano figure del Sulcis, insegnate in tempi Mesolitici e Neolitici agli egizi. Ciò spiegherebbe il culto di Iside in Spagna, a Pompei, a Roma… che senso aveva venerare solo una divinità del Panteon Egizio? Semplicissimo: la dea era una divinità del Sulcis in quanto capitale Atlantidea, e il culto era diffuso in tutto il Mediterraneo; l’Egitto però conservava anche tantissimi altri aspetti del culto insegnato e tramandato dai sardocorso atlantidei, per cui Iside era solo una delle antiche divinità. Il cristianesimo poi ha fatto tutto quanto in suo potere per disintegrare e fare scomparire nell’oblio i vecchi culti sardocorsi.

08 aprile 2023, ore 06:32

Da pochi minuti mi sono accorto che anche il francese si comporta come il sardo, almeno in un caso:

Samzun è un cognome, ed è anche una località dove è presente un circolo megalitico preistorico, proprio su quelle che io ipotizzo essere le rotte sardo-corso-atlantidee che hanno permesso la diffusione del megalitismo attraverso le coste europee in particolare. Si rende necessario fare una ricerca per capire se e quali cognomi esistano in Francia che siano anche toponimi.

Il culto del toro rimane nei nomi, ancora da verificare, di Gioia Tauro e Taurianova.

Valentia era una città della Sardegna romana. Secondo una fonte1, Valentia di Sardinia è localizzata con sicurezza, in base alla continuità toponomastica ed ai notevoli resti archeologici, nel sito di Alenza, in territorio comunale di Nuragus (Nuoro), alle estrema balza meridionale del massiccio centrale sardo, il monte Gennargentu. Il poleonimo Valentia appartiene ad una serie toponomastica formata da Consentia, Faventia, Fidentia, Florentia, Placentia, Pollentia e Potentia, di carattere tipicamente augurale. La documentazione archeologica conferma la cronologia del II secolo a.C. per l’origine urbana di Valentia. La Valentia sarda dovette vantare nell’ambito dei centri urbani interni dell’isola un qualche rilievo se nella fonte augustea della formula provinciae pliniana della Sardegna essa era l’unico oppidum celeberrimum non costiero degno di menzione. A rafforzare tale impressione sta forse la citazione in Tolomeo di una Ouallerìa (da emendarsi Oualentìa) e del popolo degli Oualentinoi.

Le Isole Esperidi ed il Giardino delle Esperidi

Dopo la semisommersione del blocco sardo corso atlantideo, solo le zone montagnose dell’isola di Atlantide rimasero fuori dall’acqua, e vennero interpretate come due isole. Ma prima di venir chiamate Sardegna e Corsica dovettero passare migliaia di anni. Dapprima furono chiamate Isole Esperidi, dove vi era un giardino dai frutti d’oro, chiamato il Giardino delle Esperidi.

L’estremo capo del mondo era chiamato Caput Terrae, Capoterra nell’attuale Sardegna.

A Capoterra vi era il Giardino delle Esperidi, che aveva dei frutti d’oro: allo scrivente non è chiaro se questi frutti d’oro fossero limoni, oppure mele gialle oppure chissà quale altro frutto color oro. Anche stavolta, la toponomastica sardo corso atlantidea ci viene in soccorso: a Capoterra, in provincia di Cagliari, vi è una località chiamata ancora oggi Frutti d’Oro.

Conclusione:

alla fine della fiera, i cognomi Marino, Ferrara, Verona, Napoli e Bologna sono anche nomi di località. Può essere interessante capire quale processo sia accaduto. Naturalmente, correlazione non significa causalità. Quindi questa pagina può essere solo un lunghissimo elenco di coincidenze. Tuttavia, qualche studioso potrebbe buttarsi in questo tipo di analisi e considerazioni, partendo dalla lista disordinata di dati che ho cercato di fornire.

Per i contatti tra i cognomi sardi e la lingua balcanica si rimanda al seguente testo:

Cognomi sardi di ascendenze balcaniche