Atlantis is the Sardo Corso Graben Horst underwater continental block submerged by the Meltwater Pulses and destroyed by a subduction zone, Capital is Sulcis
Attenzione: non so nulla sui Neanderthal: questo articolo mi serve ad apprendere i limiti della conoscenza attuale sull’argomento, per cui sarà zeppo di errori, imprecisioni e anche idee totalmente sbagliate e depistanti. Si tratta di un esercizio di apprendimento, non è da prendere come una fonte seria di ricerca. Ma gli esperti potranno divertirsi a leggere le mie riflessioni da profano e inesperto del settore. A me serve per apprendere nuove info sul tema. Il testo è scritto con l’ausilio di varie I.A..
I Neanderthal popolavano le paleocoste sardo corso atlantidee (chiamate ora piattaforma continentale sardo corsa), e da esse colonizzarono tutta l’Europa fino a fondare la popolazione Denisova in Asia. Siccome vivevano qui i Neanderthal, ancora oggi veniamo rappresentati nell’immaginario collettivo come Willy dei Simpson, a volte con voce sarda, a volte siciliana, e in inglese con timbro Irlandese. Gli irlandesi a mio avviso erano antiche migrazioni Neanderthal sardo corse verso nord.
[08:02, 15/6/2023] Dopo la semisommersione del blocco sardo corso, vennero innalzati megaliti in tutta europa come una sorta di “pianto di lutto”, commemorazione per tutti i morti della civiltà Neanderthal che stava scomparendo.
Analisi:
Le informazioni attualmente disponibili suggeriscono che i Neanderthal vissero in Eurasia fino a circa 40.000 anni fa e che la loro tecnologia litica era avanzata. Tuttavia, non c’è alcuna prova che suggerisca una connessione tra i Neanderthal e le civiltà megalitiche o l’isola di Atlantide. Non ho trovato informazioni specifiche sui Neanderthal in Sardegna. Tuttavia, i Neanderthal vissero in Eurasia fino a circa 40.000 anni fa e potrebbero aver abitato anche la Sardegna. Durante l’ultima era glaciale, i livelli del mare erano più bassi in mediadi circa 130 metri e la Sardegna e la Corsica formavano un’unica grande isola, separata dalla Toscana solo da un braccio di mare stretto. I reperti più antichi di Homo sapiens in Sardegna risalgono al Paleolitico superiore e sono stati trovati nella parte centrale della Sardegna, nella “grotta Corbeddu” di Oliena.
Non ho trovato informazioni specifiche sui Neanderthal in Corsica. Tuttavia, i Neanderthal vissero in Eurasia fino a circa 40.000 anni fa e potrebbero aver abitato anche la Corsica. Durante l’ultima era glaciale, i livelli del mare erano più bassi in media di circa 130 metri e la Sardegna e la Corsica formavano un’unica grande isola, separata dalla Toscana solo da un braccio di mare stretto.
L’Italia è stata un luogo importante per lo studio dei Neanderthal e sono stati fatti molti ritrovamenti significativi nel corso degli anni. Ad esempio, nel 1994 è stato scoperto un cranio di Neanderthal nel Monte Circeo, nel Lazio, che è ora esposto al MUSE di Trento.
Secondo uno studio pubblicato sulla rivista Science Advances, i Neanderthal disboscavano le foreste già 125.000 anni fa, molto prima dell’avvento dell’agricoltura. Gli archeologi e i paleobotanici dell’Università di Leida (Paesi Bassi) hanno scoperto che i Neanderthal usavano il fuoco per modificare l’ambiente circostante. Questi risultati sono stati ottenuti grazie all’analisi dei resti ritrovati durante gli scavi in una cava di lignite in Germania.
I reperti sono stati trovati in una cava vicina alla città tedesca di Halle dove 125.000 anni fa c’era una grande foresta che si estendeva dai Paesi Bassi fino alla Polonia. La foresta era popolata da cavalli, cervi, bovini, ma anche da elefanti, leoni e iene. Nella regione erano presenti diversi laghi e sulle sponde di alcuni di essi sono state trovate tracce di insediamenti di Neanderthal.
A quel tempo, la fitta foresta aveva già iniziato a cedere il posto a grandi spazi aperti, in parte per effetto degli incendi. Gli archeologi hanno trovato prove a sufficienza per concludere che i cacciatori-raccoglitori hanno mantenuto questi spazi aperti per almeno 2.000 anni.
Questa ricerca dimostra che gli antenati dell’uomo avrebbero iniziato a modificare l’ambiente molto prima dell’avvento dell’agricoltura di 10.000 anni fa. Inoltre, cambia anche la considerazione che abbiamo dei primi cacciatori-raccoglitori: non erano semplicemente degli “hippy primitivi” che girovagavano per cogliere un frutto qua e cacciare una preda là, ma hanno contribuito a modellare il loro paesaggio.
parla di una scoperta fatta in Sardegna da un archeologo per caso, che durante un’escursione ha notato sulla parete di una piccola grotta una strana pittura: delle mani dal colore rosa sbiadito. Inizialmente scettico, ha pensato che potessero essere opera recente di un graffitaro, ma poi si è rivolto a uno studioso autodidatta, Gregorini, ideatore del geoportale Nurnet. La pubblicità ha attirato l’attenzione della Soprintendenza, che ha disposto un sopralluogo.
Nadia Canu, oggi direttrice della Fondazione Mont’e Prama, è arrivata sul posto e ha subito sentenziato che le mani erano false. Ha spiegato che erano le uniche trovate in Sardegna e che erano inverosimili perché si notavano sbavature di colore e oltre alle mani si vedevano anche gli avambracci. Tuttavia, una ricerca comparativa condotta dalla paleobotanica Giusy Gradoli dimostra che vicino ad altri laghi della stessa regione, dove vivevano gli stessi animali ma dove non c’erano tracce di Neanderthal, la densa vegetazione della foresta era rimasta in gran parte intatta. Dunque gli antenati dell’uomo avrebbero iniziato a modificare l’ambiente molto prima dell’avvento dell’agricoltura di 10.000 anni fa.
In ogni caso, quelli che se ne intendono ma non stanno dietro una scrivania sono largamente a favore dell’autenticità delle mani dipinte nella grotta. Nel frattempo, il sito non è mai stato tutelato perché non si tutela un falso. Perciò quelli di Nurnet, quando passano di qui, salgono volentieri a dare uno sguardo e magari scattano qualche fotografia con i filtri adatti per mettere in evidenza le impronte.
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